F1 verso un Gp in Africa: rischia Montecarlo

Domenicali è volato in Sudafrica per studiare accordi con Kyalami: Mondiale su cinque continenti?
F1 verso un Gp in Africa: rischia Montecarlo© Getty Images
Fulvio Solms
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Lewis Hamilton sarà il più contento, ma l’intera Formula 1 farà festa se il Mondiale riuscirà a infilare il quinto continente nella sua collana di perline. Il progetto è così concreto da potersi realizzare già nella prossima stagione, a trent’anni esatti dall’ultimo campionato globale (1993).
Lasciata Baku dopo il GP azero, Stefano Domenicali è volato ieri in Sudafrica per dare sostanza al piano di un gran premio sul rinnovato circuito di Kyalami. Ci vorranno ancora alcune settimane, ma esistono tutte le premesse per un inserimento immediato.
Hamilton, sempre votato alle campagne di inclusione, caldeggia da tempo il ritorno della Formula 1 nel continente nero e proprio nello scorso inverno aveva osservato: «Il Sudafrica è un posto davvero caro al mio cuore e il più importante per me. Credo che un ritorno lì avrebbe grande seguito e metterebbe in evidenza quanto sia bella la terra di origine». Tra l’altro, quando la Formula 1 ha corso lì per l’ultima volta, l’apartheid era stato da poco abolito e Mandela non era stato ancora eletto presidente.

Tattica

«Oltre all’America e alla Cina, c’è la possibilità di essere presto anche in Africa – aveva dichiarato Domenicali all’inizio di questa stagione – C’è parecchio interesse nel continente ed è un’area finora assente dalla geografia del nostro calendario. Ci sarebbe il potenziale per un Mondiale anche con trenta eventi, ma sta a noi trovare il giusto equilibrio. Alcuni promoter sono in scadenza e forse alcuni degli attuali gran premi non faranno più parte del calendario». Frasi che vengono pronunciate anche per acquisire forza contrattuale.
Non c’è ancora un calendario preciso, ma molte ipotesi per un campionato con il numero record di 24 gare. Il massimo si sarebbe toccato quest’anno con 23, se non fosse stato cancellato il GP Russia dopo l’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca. Nel 2023 Las Vegas è già certa, il Qatar molto probabile, mentre sulla Cina pende perennemente il rischio legato a chiusure per Covid. 
Esclusioni. Al contrario potrebbe esserci qualche estromissione clamorosa, come il Belgio, sotto attacco dopo il successo del GP d’Olanda. «L’università di Spa» come la chiamava Michael Schumacher, sempre un po’ in bilico, potrebbe uscire e sarebbe un gran peccato.
Rischia grosso anche Montecarlo per un totale disallineamento con gli interessi di Liberty Media sul fronte economico: è l’unico circuito a non pagare per avere la Formula 1, guadagnandoci anche grazie alla presenza di sponsor gestiti direttamente dal Principato. Tra questi ci sono investitori in aperto contrasto con gli sponsor ufficiali della Formula 1 (la concorrenza diretta tra due marchi di orologi, in questo caso, è clamorosa).
L’uscita della Russia, invece, cancellerà la presenza della Formula 1 a Sochi, che quest’anno aveva in programma l’ultima edizione, e la negherà a San Pietroburgo il cui ingresso era programmato per la prossima stagione.


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