Perché Binotto ha lasciato la Ferrari: tutti i retroscena sull'addio

Bocciati i piloti spinti dal team principal per lasciare spazio a Hulkenberg caldeggiato da Vasseur
Perché Binotto ha lasciato la Ferrari: tutti i retroscena sull'addio© ANSA
Fulvio Solms
3 min

Come una scossa tellurica di quelle definite di avvertimento, ma che ti fanno cadere giù dal letto. Bel modo di avvisare. Ci riferiamo al recente ingaggio di Nico Hülkenberg da parte della Haas, che con una scelta prossima allo sgarbo aveva messo da parte tutti i piloti caldamente consigliati dalla Ferrari (che le fornisce power unit e retrotreni), per dare nel 2023 una sua macchina al tedesco, nonostante questi fosse fermo da tre anni, che in Formula 1 sono una mezza era geologica (ancor di più se di mezzo c’è il radicale cambio di regolamento tecnico che ha riportato in auge l’effetto suolo).

Tre proposte di Binotto, tre no

Messo giù dalla macchina Mick Schumacher che imparava, certo lentamente, e danni ne faceva come tutti i giovani che crescono. Non ha il talento del padre e neanche lui se lo nasconde ma aveva, avrebbe tuttora, un margine di crescita. Rifiutato Antonio Giovinazzi, che in squadra non convinceva e neanche aveva sfruttato bene l’occasione di una sessione di prove libere ad Austin, sbattendo dopo sette minuti. Neanche considerato un altro pupillo dell’accademia ferrarista, il russo-israeliano (corre con superlicenza di Israele) Robert Shwartzman, campione di Formula 3, vicecampione di Formula 2, un tostissimo ventitreenne che la Ferrari rischia ora seriamente di perdere, visto che il ragazzo non vede più uno sbocco in Formula 1. Insomma, un «no» su tutto il fronte e non poco dannoso, perché ora la Ferrari sarà l’unico top team a non avere un terzo pilota impegnato di recente nel Mondiale, mentre la Mercedes al bisogno, per sostituire un titolare, potrebbe contare su un Logan Sargeant in prestito da Williams, o magari sullo stesso Schumi junior se i colloqui si concluderanno con una firma. E la Red Bull ha lì prontissimo Daniel Ricciardo. Il fatto che la Rossa non avesse come riserva per il Mondiale 2023 un pilota caldo (possibile la conferma di Giovinazzi) stava finendo per raffreddare i rapporti con la Haas, che del Cavallino costituisce ormai l’unica stretta partner (Alfa Sauber è solo una scuderia cliente), addirittura ospitata nelle strutture di Maranello. Ma si può anche parlare di rapporti tra Binotto e Steiner.

Sì a Vasseur

La Haas ha però preso Hülkenberg, dando priorità al pilota d’esperienza che non sfascia le macchine, e pazienza se non conosce le vetture a effetto suolo, pazienza pure se alle spalle ha una carriera da mediano. Si sussurra, però, che sia stato Frédéric Vasseur a spingere la Haas a ingaggiare il tedesco, chissà se facendo capire di essere il team principal Ferrari in pectore e quindi andate sicuri, prendete questo, non preoccupatevi dei malumori di Binotto, ché presto lì ci sarò io. Lo stesso Vasseur, parlando ad Abu Dhabi con il giornalista belga Gaetan Vigneron dell’emittente RTBF, a una domanda sul suo futuro in Ferrari, gli aveva detto in modo piuttosto sibillino: «Non ti dirò nulla, ma saprai abbastanza presto». Aveva evidentemente una gran voglia di parlare, ma non poteva. Avremo pazienza.


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