Alonso mette la Ferrari nel mirino

Sorpresa Aston Martin: Fernando copre 5 GP. La Rossa ha più velocità di punta, ma perde sul misto. Intanto Red Bull già prepara gli sviluppi
Alonso mette la Ferrari nel mirino© EPA
Fulvio Solms
4 min

Ai ripari: è tornato Fernando Alonso. Non per il titolo mondiale, certo, ma saranno sorci verdi e siccome non è uno che corre per sé ma lo fa contro gli altri, piloti che sono stati suoi tradizionali rivali come Lewis Hamilton sono avvisati, e ancor di più lo è la Ferrari che per il Nano è un drappo rosso agitato davanti agli occhi. Quando può - e negli ultimi tempi non aveva potuto - cerca di affondarle addosso gli artigli, come se dalla sua uscita da Maranello (fine 2014) fosse rimasto un conto in sospeso. Poca scienza si può trasmettere dopo questi tre giorni di test, perché i tempi finali sono un fondo di caleidoscopio in cui si può intravedere un drago, un’ananas o un frullatore, e va sempre bene. Dunque non farsi rapire dal tempone di Sergio Perez e neanche da Hamilton secondo, ché entrambi hanno cercato gli effetti speciali con una gomma così tenera (la C5, più morbida in assoluto tra le cinque gradazioni Pirelli) che la settimana prossima, al via del Mondiale, neanche verrà portata. 

Oltre i limiti

Nel GP dal Bahrain saranno a disposizione C1, C2 e C3, le più dure, dunque a rapirci è piuttosto l’undicesimo tempo di Max Verstappen nella graduatoria combinata dei tre giorni, perché l’ha ottenuto venerdì quando la pista era più lenta di ieri, con gomme C3 che sabato prossimo decideranno la prima pole dell’anno, e dopo aver lavorato quasi esclusivamente sul passo di gara! «Abbiamo provato un sacco di cose - ha osservato Verstappen, ieri appollaiato al muretto - e altre sono già in cantiere perché abbiamo capito quali sono i nostri limiti». Salute! Dunque sì, Max fa paura e pure la Red Bull, che si sente a posto per l’apertura della stagione e guarda in là, producendo già i pezzi per il primo sviluppo aerodinamico.

Coperti cinque gp

Ma Alonso, Alonso! A quarantun anni, la fame di un ragazzino ambizioso: in tre giorni ha girato più di chiunque, complice l’infortunio del compagno Lance Stroll, sostituito dal rookie Felipe Drugovich. Duecentottanta giri solo per Fernando: cinque GP precisi. E neanche dovrà preoccuparsi di attaccare le sue più recenti ex squadre, com’è suo vizio: Alpine per cui ha corso negli ultimi due anni, e McLaren (2015-2018), sono quelle messe peggio. Punterà dunque sulla Ferrari, alla quale rivolge sempre parole di circostanza intinte in sostanze tossiche. E per una volta sembra aver azzeccato macchina: l’Aston Martin dopo anni di sofferenze va veloce e somiglia a una quarta forza, se non la terza (dipenderà dalla Mercedes). La AMR23 mette insieme il meglio di Red Bull e Ferrari 2022, parlando di aerodinamica.

Mistero rosso

La Rossa invece rimane un mistero. Davvero non ci si può sbilanciare: Charles Leclerc e Carlos Sainz ieri hanno fatto segnare praticamente lo stesso tempo, il che si può leggere come una solida base di partenza o come la mancanza di un acuto. Di certo a Maranello hanno fatto un lavoro estremo spingendosi al limite, come hanno evidenziato la rottura del DRS e il bozzo sul muso nella prima giornata, determinato dalla pressione dell’aria in velocità. A proposito: tanta velocità di punta (Leclerc a 325 orari) ma nel misto e in uscita di curva, dove serve la trazione, la SF-23 non ha mostrato il tocco magico della F1-75. «Tanta velocità sul dritto - ha detto Leclercma, pur non volendo entrare nei dettagli, dico che dobbiamo cercare qualcosa di diverso negli assetti per queste nuove caratteristiche». Appunto: il misto e l’uscita di curva. C’è da lavorare, anche se Vasseur ha mostrato un curioso ottimismo: «I tempi dei test non contano». Appuntamento a sabato in qualificazione per il primo indiscutibile momento di verità. Una piccola preoccupazione è lecita per la Red Bull che scappa, ma pure per il vecchio pirata in agguato.


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