Tre indizi fanno una prova e se Sainz porta a termine la sua personale rivincita su chi lo ha scaricato, se Leclerc è secondo in classifica e non troppo distante da Verstappen (4 punti), se Bearman fa gridare al miracolo debuttando in Formula 1 con un grande piazzamento, beh, vuol dire che in questa Ferrari SF-24 c’è annidato del buono. A Maranello si lavora per il pacchetto di sviluppi destinato a Imola (17-19 maggio), mentre tra due domeniche a Suzuka la macchina sarà sostanzialmente uguale a quella vista finora: piccole novità di dettaglio (anche a Melbourne c’erano: due miniflap all’attacco del monopilone posteriore), in grado di aiutare ma non determinare, da sole, una differenza di prestazione. Così andrà anche a Shanghai (21 aprile) e Miami (5 maggio).
Sainz avrebbe battuto Verstappen anche senza il problema ai freni
Poco male: è bastata una prima analisi del GP d’Australia per convincere gli ingegneri che Carlos Sainz avrebbe battuto Max Verstappen anche se non fosse stato fermato dal fuoco sul freno. Hanno osservato il fenomeno del bristering sofferto dalle gomme sulle Red Bull nella seconda e terza sessione di prove libere, e poi in gara dal solo Perez, e quanto invece le Ferrari siano rimaste indenni dal fenomeno. Hanno visto Carlitos tenere ritmi impressionanti per lunghe serie di giri: un metronomo che scandisce ritmi accessibili, normalmente, al solo Verstappen. Hanno osservato Leclerc fare il giro più veloce della gara ancora una volta nel finale, come già a Jeddah – buon segno da parte delle gomme – e hanno urlato come il dottor Frederick in Frankenstein Junior: «Si-può-fare!» Si può puntare al Mondiale costruttori.
Vasseur e la frase che carica la Ferrari in vista del Mondiale
Fred Vasseur sul punto è rimasto apprezzabilmente cauto: «Nessuno sa cosa sarebbe successo se Verstappen non si fosse ritirato. Il passo di Perez potrebbe farci pensare che lo avremmo battuto, ma chi lo sa davvero? Godiamoci quello che è successo». Dunque una doppietta – la prima nella carriera del team principal francese – non come punto di arrivo ma come trampolino per un futuro diverso: «Non dobbiamo immaginarci arrivati, ma costruire la stagione partendo da qui – ha osservato Vasseur – A Melbourne abbiamo impostato bene il weekend e questo fa una differenza enorme, perché abbiamo lavorato sui dettagli ed è andato tutto bene. La nuova base su cui possiamo contare è una macchina più comprensibile per squadra e piloti: la SF-24 ci permette di essere più costanti e costituirà una buona base per lo sviluppo. Ma a Suzuka un anno fa le Red Bull volavano e fu molto dura per noi, quindi dovremo ripartire da zero, rifare tutto dal venerdì».
Il dato che avvantaggia la Ferrari
Gioca in favore della Rossa il fattore due-contro-uno: la Ferrari ha una coppia in grado di sfruttare al massimo quel che ha in mano, mentre Milton Keynes da questo di vista è un’anatra zoppa, considerato come Sergio Perez non riesca neanche ad avvicinare i livelli di eccellenza di Verstappen. I due Carlo si completano a perfezione, e paradossalmente Verstappen in fuga per il Mondiale piloti agevola il Cavallino nella gestione dei piloti: non sarà strettamente necessario favorire la fuga in avanti di uno dei due, per quanto i vertici muoiano dalla voglia di veder svettare Leclerc su cui tanto si è investito, in passato per farlo crescere e ora per averlo a lungo termine. Il titolo costruttori non sposta grandi entusiasmi nei tifosi: infatti si osserva sempre come alla Ferrari il Mondiale manchi dal 2007 con Kimi Raikkonen, mentre l’ultimo vinto da Maranello è in realtà quello costruttori arrivato nel 2008. Il puzzle del primo è più complesso e mancano ancora dei pezzi. Ma il Mondiale costruttori, spesso, ne è il prodromo.