Rebus aderenza in Cina: la Ferrari è carica dopo le simulazioni

Preoccupano un’ora sola di prove e il rebus asfalto. Prima volta delle auto a effetto suolo a Shanghai
Rebus aderenza in Cina: la Ferrari è carica dopo le simulazioni© EPA
Fulvio Solms
5 min
È vero che la gente abbia poca memoria e dunque – parlando nell’ambito di cui trattiamo – ricordi generalmente l’ultimo gran premio, o magari gli ultimi due. Certo neanche con la declinazione al futuro si scherza: il calendario delle Sprint di quest’anno è noto da cinque mesi, e solo ora emerge la sollevazione per la garetta del sabato, di questo sabato, a Shanghai, in Cina. In sé niente di anomalo, ma la Sprint concede solo un’ora di prove libere e in Cina non ci si corre dal 2019, quando non c’erano le macchine a effetto suolo e i cerchi erano ancora da 13 pollici, per gommone voluminose. Peraltro anche l’asfalto è stato trattato per attenuare le ondulazioni: essendo posato su un’ex zona paludosa, negli anni si è mosso. 

I piani Ferrari per la Cina

Quindi poco da discutere: se si voleva alzare la voce come ha fatto Max Verstappen dieci giorni fa dopo il GP di Suzuka, si poteva e si doveva farlo prima. Le squadre di Formula 1 si calano nel Grande Boh facendo affidamento sulle loro simulazioni o, più in generale, sulle loro convinzioni ingegneristiche. La Ferrari, che è ottimista per natura (con l’eccezione di Charles Leclerc, non proprio pessimista ma realista), è convinta di poter stare molto vicina alle Red Bull, sul circuito su cui venerdì (alba in Italia) bisognerà decidere tutto nel giro di sessanta minuti. Nessuna deroga perché i commissari di gara avrebbero sì il potere di cambiare il programma, ma solo di fronte a circostanze straordinarie. Su tutto questo si spande una leggera possibilità di pioggia tra venerdì e sabato. Martedì della settimana scorsa Charles e Carlos Sainz hanno percorso virtualmente il circuito cinese e subito dopo, nei corridoi di Maranello, sono apparsi entrambi soddisfatti. Lo spagnolo, in particolare, dopo le prove al simulatore saltava come un grillo, andando a fare fotografie per promozioni nell’ambito della moda. 

Incognita Ferrari e la simulazione...

Certamente una parte di questa sicurezza deriva dalle capacità dimostrate da Maranello e in particolare da Leclerc, nel 2023, di saper suonare bene nonostante le poche prove d’orchestra: nei sei GP del 2023 seguiti alla Sprint, Charles è partito cinque volte in prima fila (tre pole position sulle cinque dell’intera stagione) e ciò non potrà che aiutarlo a ritrovare quel genio smarrito che gli dava una marcia in più nella qualificazione. 
L’aderenza è la grande incognita per tutti, ma la Ferrari si sente preparata per la nuova facilità nella gestione delle gomme, che la SF-24 sta concedendo ai suoi piloti. L’appuntamento più critico per le coperture Pirelli è a fine rettilineo, nel primo curvone e nella doppia chiocciola che a questo si raccorda. Chi uscirà meglio da quel guado tecnico sarà in grado di fare tempi rilevanti sul giro. Va anche tenuto conto che da questo Gran Premio della Cina il format delle Sprint giunge a maturazione, dopo tanti esperimenti: la novità è il doppio regime di parco chiuso che, di fatto, configura come eventi distinti Sprint e GP. Tra la fine della gara Sprint e l’inizio delle qualificazioni per il GP – dunque al sabato per circa tre ore – le macchine torneranno nei garage e vi si potrà intervenire con cambi di assetto.  
Sulla Ferrari tiene gli occhi puntati Christian Horner, essendo le Rosse l’unico vero grattacapo che – a vedere questa prima fase di campionato – si sta palesando per la Red Bull. «La Ferrari in passato è stata decisamente competitiva su quel circuito – ha detto il capo dei tori austriaci – Abbiamo visto nei venerdì che il loro passo-gara è migliorato, dunque ci aspettiamo che siano ancora i nostri concorrenti più vicini». 

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