ROMA - I giochi di luce e i fuck di Leclerc hanno tagliato la notte di Las Vegas, per lungo e per largo. Secondo certi bizzarri canoni del presidente federale Ben Sulayem, il pilota ora dovrebbe andare a spaccar pietre nel deserto ma lo stress era lì, aspettava Charles come una buccia di banana, a terra e dietro l’angolo. Alla Ferrari, che s’era messa in testa di ridurre drasticamente il ritardo da McLaren tra i costruttori, qualcosa è andato storto. Non s‘aspettava di rovinare subito le Pirelli medie, trovandosi poi con un buon ritmo sulle hard ma in retrovia, né immaginava una doppietta Mercedes.
Furia Leclerc via radio
Alla fine, quando il bottino più succulento s’è sostanziato in un podietto, Bibì e Bibò sono entrati in rotta di collisione. Leclerc ha sbroccato dopo l’arrivo, quando l’ingegner Bozzi s’è arrischiato a consolarlo: «Charles, hai fatto il tuo lavoro». Apriti cielo. «Sì, ho fatto il mio lavoro ma (Sainz) mi fotte ogni fottuta volta. Non è questione di gentilezza, ma di rispetto. So che dovrei starmi zitto, ma finisce sempre alla stessa maniera...». E va censurato il finale, per carità. Più tardi avrebbe messo la retro: «Non entro nei dettagli, ma da ora mi concentrerò su me stesso».
Sainz non accende la polemica
Carlos Sainz, reduce dai complimenti di Vasseur per la professionalità profusa nel lavoro finalizzato al 2025 (quindi per la Rossa che passerà a Hamilton!), dopo aver marcato stretto al via Gasly così permettendo a Charles di passare subito da quarto a secondo, dopo essersi fatto superare da Leclerc (giro 28) chiudendo alle sue spalle su Hamilton, dopo aver perso due o tre secondi per il box non pronto (giro 28) per il suo secondo pit stop, ecco, dopo tutto questo avrebbe anche dovuto (giro 32) rallentare alle spalle di Charles appena rientrato in pista, aspettando che scaldasse bene le gomme. Una bella pretesa. Ma essere in uscita da un team non vuol dire farsi scendiletto del compagno. Lo spagnolo non ha voluto alimentare la polemica: «Non dico certe cose via radio, né in pubblico, non è bello, non lo faccio. Questa è una vicenda che riguarda me e lui».
I dati mostrati a Leclerc
Le due ragioni per cui Charles s’è infuriato sono state poi smontate nella notte alla sua presenza dai suoi stessi tecnici. La prima: aveva avuto istruzioni di attaccare Russell al comando per un giro e non di più, invece lo ha fatto per due, così rovinando le gomme. La seconda: era convinto che il sorpasso di Sainz gli avesse negato la possibilità di prendere Hamilton, ma dati alla mano gli è stata dimostrata l’ineluttabilità della doppietta Mercedes. Il boccone ghiotto era dunque il podio, quasi irrilevante per Leclerc ma importante per Sainz che non avrà molte altre occasioni, dovendo trasferirsi alla fragile Williams.