Ferrari, cosa è emerso dai test in Bahrain: tanti dubbi verso l'Australia. Ma anche gli altri team...© Getty Images

Ferrari, cosa è emerso dai test in Bahrain: tanti dubbi verso l'Australia. Ma anche gli altri team...

Stop ai test, tutti (o quasi) verso l’Australia con alcune difficoltà da superare: ecco lo stato delle quattro scuderie da vertice
Fulvio Solms

Finiti i test, via la rete di sicurezza: la prossima evoluzione al trapezio sarà fra meno di due settimane a Melbourne. Qualcuno si schiaffeggia i muscoli per darsi la carica, altri intuiscono di doversi preparare meglio. Il freddo dei primi due giorni ha reso anomali i test del Bahrain, qualcosa si è capita ma non sono escluse sorprese fra due settimane con il primo vero momento di verità: le qualificazioni del GP d’Australia, all’alba italiana di sabato 15.

 

Per il momento i quattro top team sono sempre lassù, apparentemente nell’ordine dell’ultimo titolo costruttori e dunque McLaren, Ferrari, Red Bull, Mercedes. Con il Cavallino che marcia a due velocità, tra l’adattamento in corso di Lewis Hamilton e la maggior competenza specifica di Charles Leclerc, unico tra i due a poter dire parole sensate sullo stato di salute della Rossa. La Williams con il nuovo abbrivio di Carlos Sainz e l’Alpine aspirano a un avvicinamento alle “fabulous four”, mentre Aston Martin sembra calare per ragioni che riteniamo di dover spiegare a parte, assieme all’emergere di un caso spinoso. Russell migliore ieri davanti a Verstappen, così come l’interessante classifica combinata che vi proponiamo con Sainz migliore nei tre giorni, seguito da Hamilton e Leclerc, sono effetti ottici di cui sarà bene non fidarsi troppo. È il bello della Formula 1 (e il vero bello deve ancora incominciare). 

 


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McLaren, l'unica fatica è nascondersi

L’unica vera e grande difficoltà con cui s’è dovuto confrontare Andrea Stella, l’ingegnere orvietano sul ponte di comando della McLaren, è stata respingere nelle interviste il ruolo di favorita che tutti attribuiscono alla sua squadra, non casualmente campione tra i costruttori. «Qui si sono verificate condizioni particolari (per la cronaca freddo, pioggia, vento, sabbia, ndr) in cui la nostra macchina funziona bene... A Las Vegas e Abu Dhabi, oggi avremmo certo difficoltà... Dipenderà molto dai singoli circuiti, su ognuno avremo condizioni diverse». Il poveretto, si fa per dire, ha provato anche ad alzare cortine fumogene parlando di cinque-sei squadre in lotta per il Mondiale. Vero che ogni circuito proporrà un diverso tema tecnico, ma lo è pure il fatto che la macchina papaya lo scorso anno si sia adattata meglio delle altre sulle diverse piste. Norris è stato rapido e costante nella sua simulazione di gara, Piastri non molto meno, e la squadra si è guardata bene dall’esprimersi sul giro secco per preparare la qualificazione. Piastri 8º e Norris 13º nella graduatoria di fine test sono una conferma: l’anno scorso avevano chiuso praticamente lì, 9º e 12º. Norris ha provato a rimangiarsi parte delle parole di giovedì sera: «Sensazioni molto buone, la simulazione di gara è stata preziosa». Ma che faticaccia nascondersi.

 


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Ferrari, giornata storta ed euforia attenuata

Nella Ferrari l’euforia s’è attenuata, un po’ davanti al ritmo di gara della McLaren - piuttosto impressionante Norris giovedì - e un po’ perché la SF-25 ha problemi da risolvere. Leclerc, che può fare paragoni con la Rossa del 2024, ha ammesso: «Abbiamo faticato a gestire il bilanciamento, dobbiamo lavorarci». Un’osservazione ricorrente, da anni. Va pure detto che la SF-25 si porta dietro le inevitabili complessità del progetto inedito ma, con esse, anche un margine di sviluppo maggiore rispetto a chi ha semplicemente evoluto i concetti del 2024. Hamilton, concentrato sull’adattamento tecnico e di comunicazione, ieri ha dovuto rinunciare agli ultimi quaranta minuti di prove: a chiudere anzitempo le attività della Ferrari in pista è stato un problema idraulico al cambio. Vasseur, nelle sue dichiarazioni, tra i dubbi sui carichi di benzina della concorrenza e un classico «rimaniamo concentrati su noi stessi» ha interpretato il Dottor Divago. Una cosa curiosa sulla Ferrari l’ha detta Carlos Sainz: «Nei long run ognuno può mettere anche 10-15 chili di zavorra e nascondere il vero potenziale. Per la mia esperienza, so che tanti top team lo fanno». Divertente che nel suo passato ci siano i due squadroni più osservati del momento: McLaren e Ferrari. 

 


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Red Bull, RB21 misteriosa e Waché accusa

Disturbato dai fischi di Londra, dal marcamento a uomo che il presidente della FIA gli impone sulle parolacce, e ieri anche da una RB21 poco precisa nelle traiettorie, Verstappen ha una macchina che non sembra da buttare. Va poi tenuto d’occhio per una ragione molto semplice: è Max, il fenomeno al quale puoi dare un qualsiasi veicolo con ruote e lui lo farà andare più forte di quanto si pensasse possibile. I giri di ieri erano cruciali per la squadra, che aveva lasciato a Verstappen l’intera ultima giornata per tutte le valutazioni finali. Ma l’attività in pista del campione del mondo è andata a singhiozzo, spezzata dai collaudi su tantissimi pezzi montati e smontati rapidamente, per essere sottoposti a prove comparative. I bibitari tornano così a casa con una mole di dati sui quali doversi applicare. Più agevole il lavoro sul giro secco (con mescola media C3), concluso con il secondo crono della giornata, a 21 millesimi appena da Russell (sempre C3). Della RB21 bisogna ancora capire tutto: progetto acerbo, è nato sulla base dell’ultima macchina firmata Newey, e semplificata soprattutto nella fluidodinamica interna per il raffreddamento dei vari radiatori. Il direttore tecnico Pierre Waché ha già puntato il dito su McLaren e Ferrari, che a suo dire avrebbero ali posteriori irregolarmente flessibili.

 


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Mercedes, Antonelli pronto per il debutto

La Mercedes è forse la squadra più imperscrutabile, ma ha una formidabile capacità di reagire ai problemi, nonché un potenziale tutto da esplorare nell’esordiente Andrea Kimi Antonelli. Importante è che abbia coperto più chilometri di tutti: tra il nuovo frontman Russell e il giovane bolognese quasi 2500 chilometri, otto GP del Bahrain sani sani, utilissimi per raccogliere dati. L’elemento più positivo è stato l’approccio di Antonelli che è andato forte, avviando nel modo migliore l’adattamento alla Formula 1, prima ancora che alla W16. Curiosamente, partire da un foglio bianco non sporcato da precedenti esperienze potrebbe agevolarlo nel legame con la macchina. «Bello scendere in pista per la prima volta da pilota ufficiale!» ha osservato lui. E soprattutto: «Mi sento pronto per esordire». Russell ha chiuso al comando l’ultima giornata grazie a un buon giro da qualifica, ma la W16 sembra portarsi dietro dubbi atavici, che tormentano le Frecce d’argento da diversi anni. «Abbiamo vissuto tre giorni senza intoppi e la macchina va bene – ha detto con ottimismo –. Non ci sorprende vedere alcuni dei nostri concorrenti, in particolare la McLaren, in forma. Con i dati che abbiamo raccolto troveremo ulteriori miglioramenti prima di Melbourne. Kimi e io saremo in fabbrica la prossima settimana per guidare al simulatore».

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Finiti i test, via la rete di sicurezza: la prossima evoluzione al trapezio sarà fra meno di due settimane a Melbourne. Qualcuno si schiaffeggia i muscoli per darsi la carica, altri intuiscono di doversi preparare meglio. Il freddo dei primi due giorni ha reso anomali i test del Bahrain, qualcosa si è capita ma non sono escluse sorprese fra due settimane con il primo vero momento di verità: le qualificazioni del GP d’Australia, all’alba italiana di sabato 15.

 

Per il momento i quattro top team sono sempre lassù, apparentemente nell’ordine dell’ultimo titolo costruttori e dunque McLaren, Ferrari, Red Bull, Mercedes. Con il Cavallino che marcia a due velocità, tra l’adattamento in corso di Lewis Hamilton e la maggior competenza specifica di Charles Leclerc, unico tra i due a poter dire parole sensate sullo stato di salute della Rossa. La Williams con il nuovo abbrivio di Carlos Sainz e l’Alpine aspirano a un avvicinamento alle “fabulous four”, mentre Aston Martin sembra calare per ragioni che riteniamo di dover spiegare a parte, assieme all’emergere di un caso spinoso. Russell migliore ieri davanti a Verstappen, così come l’interessante classifica combinata che vi proponiamo con Sainz migliore nei tre giorni, seguito da Hamilton e Leclerc, sono effetti ottici di cui sarà bene non fidarsi troppo. È il bello della Formula 1 (e il vero bello deve ancora incominciare). 

 


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