F1, da Silverstone si cambia: il valzer delle novità tra Ferrari e Red Bull

Binotto lancia il sasso: "Mi aspetto che il team austriaco porti un grosso sviluppo e dovremo capire quanto varrà in relazione al nostro". Horner nicchia: "Niente di speciale"
F1, da Silverstone si cambia: il valzer delle novità tra Ferrari e Red Bull© Getty Images
Fulvio Solms
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L’ora delle decisioni irrevocabili, si sarebbe detto in altro contesto e in altra epoca storica. Qui parliamo di sport, di Formula 1, non ci sono di mezzo dichiarazioni di guerra ma il campionato è arrivato al punto in cui le grandi squadre sono chiamate a fare una mossa forse decisiva – nel bene o nel male – per il prosieguo del campionato: presentare la prima vera evoluzione aerodinamica dell'anno.
Mattia Binotto aveva avvertito fin da prima che cominciasse il Mondiale, quando il suo «dobbiam capire» sfociava nell’osservazione: «Saranno importanti gli sviluppi». E finalmente ci siamo. Da quel che si è visto in Canada la Ferrari è anche più veloce della Red Bull: forse si tratta di due decimi a giro ma restano pochi se devi superare, se non hai Charles Leclerc davanti e, soprattutto, se in testa c’è quel demonio di Max Verstappen.

A carte coperte

Spenti i motori a Montreal, lo stesso Binotto ha ammesso – chissà se se lo è lasciato sfuggire – che tra due weekend a Silverstone sia Leclerc sia Sainz avranno la nuova ala posteriore scarica, domenica concessa a Charles perché ce n’era un solo esemplare, prodotto e fatto arrivare all’ultimo momento. E gli ha consentito di rimontare quattordici posizioni (da 19º a 5º).
Ma le promesse della Ferrari aggiornate fino a prima che deflagrasse il problema-affidabilità (tra il 22 maggio a Barcellona e il 12 giugno a Baku) parlavano di un intero pacchetto evolutivo, sul quale ora Maranello tace: capiremo presto se non vuole scoprire carte buone o se qualcosa di quel piano sia venuta meno.
Ma l’ora delle decisioni irrevocabili non tocca solo il Cavallino. Anche i bibitari avranno novità importanti, sulle quali Binotto ha acceso i riflettori: «Mi aspetto che la Red Bull porti un grosso sviluppo e dovremo capire quanto varrà in relazione al nostro». Oddio: basta uno sviluppo firmato Adrian Newey a fare paura, figurarsi se è grosso. Christian Horner ha negato («Niente di che, si tratta di un'evoluzione molto modesta») ma non va dimenticato che a Milton Keynes sono bugiardi forte, come ha dimostrato la vettura-manichino mostrata nella presentazione invernale.

Anche Mercedes

Insomma sia Ferrari sia Red Bull hanno messo in preventivo un salto avanti nelle prestazioni, «ma senza scendere in pista è impossibile valutare», Binotto dixit. Al bivio c’è anche la Mercedes che deve decidere se proseguire con la W13 senza pance o rinunziarvi, tornando alla macchina più classica vista nei primissimi test invernali al Montmelò. La scelta verrà fatta in questa settimana, e molte altre squadre hanno novità tecniche in arrivo.
Poi la Ferrari sta continuando a operare sul fronte affidabilità, dove i problemi non sono risolti. E’ vero che dopo aver pagato pegno con la penalità di Leclerc, per il quale sono stati sdoganati due motori nuovi, ora si vada verso un periodo più tranquillo, ma va pure detto che le nuove unità a disposizione sono nella vecchia versione e dunque portano ancora con sé il difetto che ha fermato Leclerc a Barcellona e Baku. Si fa fatica a capire chi oggi celebra l’affidabilità ritrovata solo perché la Ferrari a Montreal non ha rotto: e ci mancherebbe, aveva due motori nuovi di zecca. Se la power unit sulla macchina di Verstappen dura sette GP e quella sulla Rossa di Leclerc neanche due gare e mezzo, vuol dire che su questo fronte serve un passo avanti. Anche se il ritiro di Perez nei primi giri in Canada lascia l’incognita spalancata per tutti.


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