Leclerc, la frase che scuote la Ferrari

Charles ammette che ci sono stati degli errori ("Non dico quali"), ma è pronto a ripartire con fiducia "Io credo come prima al titolo, anche se sono deluso per gli ultimi cinque GP. Nessuna divisione nel team"
Leclerc, la frase che scuote la Ferrari© Getty Images
Fulvio Solms
5 min

C’è la macchina finalmente, c’è il pilota per puntare al Mondiale, c’è la coppia per la classifica costruttori, insomma c’è la Ferrari, anche se sulle strategie va fatto un passo avanti e l’affidabilità dà sempre l’idea che la vita delle power unit – per quanto due fresche siano state omologate due gare addietro – sia appesa a un filo. Poi, per come sono maturati, gli eventi di Silverstone hanno fatto storcere la bocca a molti, e non manca chi lancia fango nel ventilatore. Si ricomincia dunque, e sarà bene precisare: si ricomincia da una vittoria con cui la Ferrari ha interrotto tre mesi di egemonia Red Bull.
Prima di mettere le ruote sul circuito dei bibitari – e per le Rosse da oggi non sarà una passeggiata – c’è stata la giornata di ieri votata alle interviste. Importante perché erano rimasti tanti nodi da sciogliere, soprattutto ascoltando Charles Leclerc, parte lesa passata dal primo posto – prima dell’intervento della safety car — al quarto, nel GP che ha segnato il primo successo in Formula 1 di Carlos Sainz.

Il conto a chi?

Primo dubbio, e siamo al faceto: chi ha pagato martedì sera la cena monegasca all’Hotel de Paris tra Binotto e Leclerc? 
«Ha pagato Mattia, ma è sempre lui a invitare me», ha detto Charles. 
Secondo dubbio, seri stavolta: ci sono divisioni all’interno del team. 
«Non è assolutamente vero, e non vorrei dover rispondere sempre a questa stessa domanda. Siamo estremamente uniti». 
Perché Binotto è venuto fino a Montecarlo per cenare assieme? 
«Voleva parlare delle ultime cinque gare e assicurarsi che fosse tutto a posto da parte mia».  
Nessun mugugno per la vittoria di Sainz? 
«Onestamente siamo stati felici che Carlos abbia vinto la sua prima gara. Certo, c’è stata delusione perché eravamo primo e secondo (Leclerc davanti, ndr) e siamo arrivati primo e quarto. Ma una cosa è la delusione, altra le divisioni».

Modifiche

Errori però ci sono stati. 
«Sì, abbiamo analizzato la strategia e ci sono cose che avremmo dovuto eseguire meglio. Però sappiamo dove abbiamo sbagliato, abbiamo anche cambiato alcune cose per essere più pronti nell’eventualità di safety car, ma non voglio entrare nei dettagli». 
Altra immagine su cui molto si è parlato: il dito di Binotto puntato su Charles mentre i due parlavano fitto nel dopo-gara. 
«Era incavolato perché ero troppo deluso e cercava di risollevarmi il morale, ecco il motivo per cui mi puntava il dito addosso. Non voleva vedermi sconsolato dopo una grande gara. Ma sono tutte reazioni comprensibili, Mattia stesso ha capito la mia delusione dopo il passaggio da primo a quarto». 
Domanda delle cento pistole: la Ferrari deve battezzare una prima guida per la corsa al titolo piloti? 
Risposta elusa: «Questo dovete chiederlo a Mattia, non sono scelte che faccio io». Ma anche qualche precisazione da sputar fuori: «Abbiamo bisogno che questo tipo di cose non capitino troppe volte nella stagione, io ho fatto fatica a digerire la somma delle delusioni arrivate nelle ultime cinque gare (due motori rotti, una pesante penalità per omologarne due freschi, un paio di errori strategici, ndr). Non è facile, però io sono motivato come prima, e credo al Mondiale come prima. Sento il supporto del team e credo che in questo fine settimana potremo fare molto bene». 
Ha intenzione di parlare con Sainz? 
«Non ho nulla da dirgli, gli ho già fatto i complimenti per la vittoria ed è tutto».

In penombra

C’è poi anche Carlos, naturalmente. Anzi dovrebbe esserci soprattutto lui, nuovo vincitore in Formula 1. Ma è finito in penombra per quello strano gioco di luci che domenica scorsa aveva trasformato un successo in una mezza débacle. «Se qualcosa questa vittoria mi ha dato, è una fame anche maggiore per riprovarci il prima possibile». Bene, ecco lo spirito giusto. Cerchiamo solo di non fare danni.


© RIPRODUZIONE RISERVATA