
Lewis, peccato
E’ finita con Leclerc secondo su Perez nell’anno di un Max Verstappen-monstre (ieri quindicesima vittoria a incrementare il record già suo) e con il Cavallino largamente secondo a rintuzzare il ritorno prepotente della Mercedes, ieri incerta tra passo-gara, errori strategici, Russell solo quinto ed Hamilton ritirato (cambio ko). Ma che peccato non aver visto vincere Lewis quest’anno! Da quando mise piede in Formula 1 (2007) non era mai accaduto e chissà quanti decenni toccherà aspettare prima di trovare un altro in grado di debuttare da fuoriclasse e non smettere di esserlo per quindici anni filati.
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La chiave del GP
Il dolce 2022 della Red Bull ha dunque un retrogusto amaro: non le è mai riuscita - unica tra le grandi squadre della Formula 1 - la doppietta nel Mondiale piloti. E dire che ci è andata vicina. Ieri Perez ha avuto larghe possibilità, ma il doppio braccio di ferro è stato perso due volte dai bibitari: pilota contro pilota, con Leclerc perfetto nella gestione accorta delle gomme, fondamentale per riuscire a chiudere con la strategia a una sola sosta (come lui solo Verstappen), e anche squadra contro squadra, con la Ferrari a far girare la chiave nella toppa del GP al giro 33 di 58). «Opposite to Red Bull» è stata la chiamata decisiva. Leclerc aveva appena agganciato la scia di Perez, che Red Bull ha sottratto al suo DRS chiamandolo al secondo pit stop; in quel momento il muretto del Cavallino ha detto a Charles di fare il contrario.
Se lui rientra tu resti fuori, se lui resta fuori tu rientri.
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Stillicidio
Checo è entrato e Charles s’è involato verso la traversata del deserto, venticinque giri con gomme hard già in quel momento vecchie di dodici, resistendo a Perez che, con una sosta in più, le avrebbe avute più fresche.
Quando il messicano è tornato in pista dopo il secondo pit stop, era sesto e doveva recuperare 18 secondi a Leclerc. Poi il lungo conto alla rovescia, con il messicano più veloce. A meno dodici giri Perez ha superato Hamilton passando terzo, a 10 secondi da Leclerc. A meno sette giri ne aveva 6, a meno quattro 3”6. All’ultimo giro: due secondi. E lì è rimasto, con Charles a ritmo da qualificazione e Perez falloso, schiacciato dalla frustrazione di non poterlo più prendere. Il monegasco ha guardato indietro: «Dopo le prime gare avevamo la macchina migliore e m’ero illuso. Spero che questo sia stato un anno di transizione verso il Mondiale». Una soddisfazione condizionata.
Ripensamento
