Flop Ferrari in Bahrain, l’allarme di Leclerc: “Red Bull di un’altra categoria”

Pessimo avvio della Rossa: il monegasco costretto al ritiro, Sainz non va oltre il quarto posto
Flop Ferrari in Bahrain, l’allarme di Leclerc: “Red Bull di un’altra categoria”© Getty Images
Fulvio Solms
5 min

ROMA - Non c’è niente da salvare nell’avvio di stagione della Ferrari che, un anno dopo la doppietta del GP Bahrain a fronte del doppio ritiro delle Red Bull, ha offerto ieri una fotografia che sembra il negativo di quel precedente. Charles Leclerc ha sofferto per mantenersi in zona podio, ma neanche ha finito per un flop della power unit: e allora, da cosa si riparte adesso? Dal quarto posto messo in salvo da Carlos Sainz, nel finale sotto attacco della Mercedes di Lewis Hamilton? No di certo, visto che nello stesso team della Stella parlano di quella macchina come di un mezzo bidone.

Da dove ripartire

Non si riparte dal ritmo di gara, in cui la Ferrari non s’è mostrata all’altezza. Non si riparte dalla velocità in qualifica dopo la rinuncia del sabato al secondo tentativo di pole da parte di Leclerc, un arrendersi brutto e di corto respiro, visto che la disponibilità di un set di gomme soffici nuove in più non ha spostato una virgola. E non si riparte dall’affidabilità: da Maranello era trapelato che fosse stata messa in sicurezza, e magari è vero per quel che riguarda il motore V6. Ma la power unit è un collage di sette pezzi e almeno uno di questi - la centralina causa del ko, se non anche la batteria - è mancato. Charles fermo a bordo pista nella notte del Bahrain e un’immagine triste, ma anche più inquietante è la doppia sostituzione effettuata sulla sua SF-23 prima del via: centralina e batteria sono state rispedite a Maranello per controlli, perché erano stati notati valori anomali. La Ferrari ha sottolineato che si tratti di verifiche precauzionali, ma la centralina è mancata e comunque non ci si ricovera al via di una maratona per ipocondria. Infine: se si tiene conto che se ne devono usare al massimo due esemplari nell’intera stagione, potremmo già essere sul bordo franoso delle penalità.

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Comoda vittoria

Il distacco finale di Sainz è stato pesante - cinquanta secondi - e Leclerc ha buscato sette decimi a giro sulle soft e un po’ meno sulle gomme dure, ma insomma, qui c’è un elemento che caratterizza l’inizio del Mondiale e potrebbe determinarne la fine, se la Scuderia non reagirà in modo prepotente: Max Verstappen è andato in carrozza. Lui e anche Sergio Perez, hanno timbrato con facilità la pratica: una doppietta determinata dalla superiorità tecnica della RB19. Infatti Verstappen è quasi sparito dalla scena del gran premio, ignorato dalla regia che doveva seguire una gara di Formula 1, non quell’altro sport in cui lui si stava cimentando. Non l’ha detto Max, non l’ha detto la Red Bull, l’ha detto Leclerc: «Loro sono di un’altra categoria». Fine del discorso, speriamo non fine delle trasmissioni per quest’anno. «Siamo lontani, prendevamo un secondo a giro - ha anche osservato Charles - loro hanno trovato qualcosa e dobbiamo farlo anche noi».

Bagno di umiltà

Proponiamo di cominciare da un bagno di umiltà, indispensabile dopo quella splendida giornata di Fiorano tutta sole e ottimismo, «vincere» a raffica e un vaticinio dell’a.d. Benedetto Vigna che solo oggi comincia ad acquistare un senso: «Questa macchina non avrà precedenti in termini di velocità». Parlava evidentemente di velocità di punta, e solo con quella ci si fa poco. La Red Bull ha rotto gli schemi montando a Verstappen e Perez due set di soft nei primi due tratti di gara (gli altri una soft e due hard), ma ha dato l’impressione di poter vincere anche usando come ruote quattro caciotte. La Ferrari è dunque in un groviglio di problemi, verifiche, tentativi e speranze - certo, anche quelle - assieme ad Aston Martin e alla Mercedes, con propensione della prima a prendere tutto lo spazio possibile grazie a un salto di qualità che fino a un mese fa non era immaginabile. Duello letteralmente da altri tempi tra Alonso e Hamilton: al giro 38 sorpasso da spellarsi le mani, Fernando urla «Sì, andiamo» e si tuffa su Sainz come il rapace sul topino, annullando in pochi giri 2"5. Russell ha sofferto ancor più del compagno. Non sono contenti in Mercedes, ma sanno da dove ripartire.


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