Crisi Ferrari interviene Vasseur: tutte le sue parole

In vista del secondo GP, il team principal francese cerca di rassicurare la Ferrari: "Qui decido come non ho mai fatto altrove. Le uscite? Inevitabili, non  mi preoccupano"
Fulvio Solms
4 min

Se anche quest’anno il primo GP potesse rivelarsi come una grave svista! Non sarebbe niente male se l’Arabia Saudita, dove si corre domenica, svelasse una Red Bull non così dominante e una Ferrari non così inconsistente come s’è visto nell’apertura in Bahrain. Un anno fa dopo la prima gara, e ancor di più dopo la terza, tutti davano la Rossa per strafavorita e Max Verstappen, depresso, sentenziava che «ci servirebbero quarantacinque GP per riprenderli!» E invece. Ora il vento soffia al contrario e George Russell ha buttato lì una frase che ricorda quell’uscita di Max: «La Red Bull vincerà tutte le gare dell’anno». L’ha detto con una sicurezza vagamente iettatoria. 

Nuovi pezzi

In realtà la Red Bull torna in pista da favorita ma Ferrari e Mercedes non si sono arrese, la prima preparando qualche pezzo di aerodinamica che dovrebbe migliorare il comportamento della SF-23 sul velocissimo tracciato saudita, e la seconda mettendosi a studiare una profonda evoluzione della vettura, forse pronta per Imola (21 maggio). La differenza tra Ferrari e Mercedes è che nella prima c’è agitazione, dopo l’uscita di David Sanchez (responsabile sviluppo del concetto di vettura) rimpiazzato nelle mansioni dal capo dell’aerodinamica Diego Tondi. Abbiamo detto di altre figure intenzionate ad andarsene e registriamo ora le parole di Frederic Vasseur che si difende bene da solo, anche senza l’intervento peloso di truppe cammellate. A conferma che la Francia sembra diventata uno snodo dei destini ferraristi, il team principal ha parlato alla testata AutoHebdo in un modo interessante. 

Inevitabile

Sul tema caldo del momento - l’uscita di Sanchez e le voci di altre possibili defezioni - ha dichiarato: «E’ inevitabile. Ci sono persone che erano molto vicine a Binotto e preferiscono andarsene, è una cosa che non mi preoccupa. E ce ne sono altre che possono aver temuto per il loro futuro». Perché sia inevitabile lo spiegherà forse a Jeddah: in Formula 1 non vige lo spoils system, per cui chi sale in un ruolo di responsabilità innesca panico e conseguenti fughe. Con riferimento allo stato di controllo della Scuderia da parte dell’amministratore delegato Benedetto Vigna, ha garantito il contrario: «Alla Ferrari ho mezzi e potere decisionale che non ho mai avuti altrove». Si prova sollievo ad ascoltarlo perché è evidente che per poter condurre una squadra si debba avere le mani libere. A conferma di questa sua autonomia dovrebbe dichiarare, immaginiamo a breve, di avere il controllo sui pass della squadra, sugli sponsor e sulla comunicazione, normalmente nei poteri del team principal. 

Bersaglio

Vasseur s’è anche lamentato del fatto che la Ferrari sia «diventata un bersaglio dopo una sola gara», ma se è per questo lo era già prima dell’inizio del Mondiale. L’ha bersagliata il presidente Elkann con la sua rumorosa assenza alla presentazione ufficiale, non facendo invece mai mancare il suo calore al bravissimo Antonello Coletta e al settore GT, che venerdì inaugura la sua avventura a Sebring. La bersaglia lo stesso Vasseur, certo in buona fede, dicendo che le uscite di importanti figure tecniche non lo preoccupano. Consola invece ascoltarlo quando invita all’unità: «Sento ogni giorno Elkann e Vigna, so bene cosa si aspettano da me. Abbiamo parlato con loro e con i piloti dopo i test invernali e ci incontreremo ancora dopo Imola (fra altri cinque GP; ndr). Sono incontri programmati. Comunque siamo sulla strada giusta, sulle prestazioni ho chiesto a tutti di restare concentrati e ai problemi di affidabilità troveremo soluzioni, perché il campionato è lungo». Un bel risultato domenica aiuterebbe molto. Come premere il tasto reset.


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