Ferrari, è l’ora della verità

Tante novità tecniche e un lavoro oscuro. Mekies: "Stiamo facendo il massimo. I piloti devono riferirci ogni loro sensazione sospetta". Verstappen senza ostacoli ma Perez ha un nuovo cambio. Alonso si conferma
Ferrari, è l’ora della verità© Getty Images
Fulvio Solms
5 min

Venti macchine in un secondo e mezzo dopo una giornata di prove libere è un bel guardare, e bisogna fare ricorso al consueto cocktail di speranza e ansia per credere nelle possibilità della Ferrari di lottare davanti per realizzare desideri speriamo non proibiti. La pole o comunque la prima fila, la vittoria in gara o comunque un finale con i pugni stretti davanti alla Tv, il titolo mondiale o comunque una volata degna dell’#essereFerrari. Davanti ci sono il buono il brutto e il cattivo già visti sul podio del Bahrain: Max Verstappen, di nuovo Fernando Alonso e Sergio Perez. C’è chi garantisce che la Ferrari oggi sarà in grado di battersi per la prima fila, sfruttando caratteristiche di pista decisamente più favorevoli alla SF-23, dopo un lavoro piuttosto oscuro portato avanti ieri. Questa dovrebbe essere la ragione, secondo quanto riferisce radio Ferrari, di posizioni e distacchi antiestetici: Charles Leclerc nono a sette decimi e Carlos Sainz decimo a un secondo da Max, entrambi dietro una Haas che è cliente Ferrari per i motori. Dunque speriamo, aspettiamo, vediamo. 

Secondo motore

Non è mancato un sentore di affidabilità precaria, perché su entrambe le vetture di Maranello c’è stato il ricorso al secondo motore termico dei tre concessi nella stagione (per Leclerc anche la MGU-H, cuore della parte elettrica della power unit). Laurent Mekies ha comunque garantito che si tratti di pura precauzione: «E’ giusto per noi essere prudenti al cento per cento. Abbiamo anzi raccomandato ai piloti di indicarci ogni minimo segnale che possa sembrare loro anomalo, o anche solo sospetto». Le investigazioni sulla centralina saltata in Bahrain non sono state del tutto esaurite, questo trapela dalla Ferrari, ed è questa la ragione del ricorso al secondo motore. Grane anche per Perez che ha dovuto montare il secondo cambio, e Norris che sulla McLaren ha una seconda power-unit completa, dopo i malfunzionamenti e lo stress subito dalla prima in Bahrain. Günther Steiner, il capo della Haas che ha piazzato Hülkenberg tra i piedi dei ferraristi, parlando della Ferrari ha detto che «loro hanno un problema, ma non è niente che abbia a che fare con i nostri motori. Non so esattamente cosa sia, non me lo dicono e io non glielo chiedo. Ma ci hanno detto di non preoccuparci». Anche qui a speriamo, aspettiamo, vediamo. 

La vitalità

L’impressione che ha dato la SF-23 è comunque di vitalità tecnica, con tante novità tutt’altro che banali: i canali laterali sotto le bocche d’ingresso sono stati ulteriormente scavati, l’ala anteriore e lo scivolo sono stati ritoccati, l’ala più carica sostenuta dal monopilone è stata riproposta dopo il tentativo fallito a Sakhir, e dovrebbe aver funzionato. «Abbiamo fatto davvero tutto ciò che era possibile - ha anche detto Mekiesma stiamo ancora scoprendo la macchina e per le qualificazioni dobbiamo trovare altri due-tre decimi». La Ferrari ha dunque seguito un suo programma di lavoro per il medio termine, pare con tanta benzina bordo e potenza limitata, pertanto il vero valore della Rossa dovrebbe emergere oggi in qualificazione. Ricordiamo che il risultato di Leclerc verrà gravato da dieci posizioni di penalità (ricorso alla terza centralina dell’anno), ciò che darà a Sainz la possibilità di sfoderare il piglio del leader. Speriamo, aspettiamo, vediamo. Non sperano né aspettano i due redbulli e Alonso, ma filano sui binari di una pista tanto rapida quanto pericolosa: di ventisette curve nominali solo sei sono vere, da pestone sui freni, secondo i dati forniti dalla Brembo. Quindi tanta velocità e qualche stop&go, un po’ nello stile di Montreal, niente stress per le gomme posteriori e trazione per uscire dalle poche frenate: pane per i denti della Rossa, almeno sulla carta. 


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