MIAMI (STATI UNITI) - Un po' rossa e un po' azzurra, è la Ferrari sbarcata in Flordia per affrontare il week end di Miami, sesto appuntamento stagionale del Mondiale di Formula 1. Una novità che non riguarderà solamente gli inserti sulla livrea delle monoposto di Maranello, ma anche le tute che i piloti indosseranno in gara e una ricca scelta di prodotti di merchandising, dai cappellini alle magliette, dalle felpe alle camicie. Una scelta legata al nuovo title sponsor HP, ma anche al 70° anniversario dello sbarco dello storico marchio oltreoceano, che richiama le grandi gesta del passato di mitici piloti che hanno corso per il Cavallino Rampante. Già perché l'azzurro per la Ferrari è tutt'altro che una novità.
La Plata o Dino, basta che sia azzurro
Si chiamano Azzurro La Plata e Azzurro Dino i colori che non ti aspetti, ma che in un certo senso hanno fatto la storia della Ferrari. Il primo, dalle tonalità piuttosto chiare, era il prediletto di Alberto Ascari, che sosteneva gli portasse fortuna. Come dargli torto visto che indossando il coordinato maglietta e casco azzurro fu due volte campione del mondo e che tinteggiando d'azzurro il muso della sua Ferrari 375 Special andò all'assalto della 500 Miglia di Indianapolis. Dopo il mitico pilota, della stessa tinta furono le tute dei piloti degli anni Sessanta come John Surtees, anche lui iridato, e Lorenzo Bandini, Ludovico Scarfiotti e Chris Amon. Successivamente anche Niki Lauda vestì l'Azzurro La Plata, come i meccanici di Maranello, in perfetto stile "tute blu". L'Azzurro Dino, più marcato rispetto al La Plata, era un'altra delle tonalità favorite di Enzo Ferrari e anche questo fu adottato dalla Ferrari, con Clay Regazzoni ultimo a sfoggiarlo nel 1974. Dopo di lui, l'azzurro Ferrari restò circoscritto alla fabbrica, mentre in Formula 1 regnerà il rosso.