Ferrari, operazione rimonta: ecco perché il Mondiale costruttori è possibile

La SF-24 è ora più facile da guidare e, dopo la doppietta di Leclerc e Sainz ad Austin, rende aggredibile il titolo amato dal Drake: i dettagli
Fulvio Solms
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Era appena nato l’iPhone: era dunque un anno lontano. E osceno per la Formula 1, tra l’esplosione della Spy Story e il falso incidente di Singapore. La Mercedes nel Mondiale era solo un sedimento degli anni Cinquanta. Ecco, in quel lontano 2008 la Ferrari vinse il suo ultimo titolo, quello dei costruttori. E ora ci si può tornare a sperare dopo la pirotecnica doppietta Leclerc-Sainz ad Austin e a pochi giorni dal GP Messico che, per caratteristiche della pista ed effetti dell’altura (oltre 2.200 metri) sull’aerodinamica e il motore, potrebbe esserle favorevole.

Mondiale costruttori: le possibilità della Ferrari

Fred Vasseur fa da contrappeso alle attese predicando calma e gesso: «Mancano cinque gare, è vero che ci sono tanti punti in palio, circa 200 (per i team 250 considerate le Sprint, ndr), ma dobbiamo concentrarci sulla prossima gara». Giustamente. Però la rimonta è possibile, per ragioni che basterebbero a formare un ventaglio. Innanzi tutto per le prestazioni, della Ferrari e dei suoi avversari: a una prima fase blu marcata Red Bull o se preferite Verstappen (sette vittorie nei primi dieci GP), è seguita quella arancione della McLaren che nel secondo terzo di stagione è stata nettamente la migliore, impennandosi come per un drastico rialzo in borsa (da -115 agli attuali +40 nei confronti della Red Bull).

F1, ad Austin è iniziata la 'fase Rossa'

Ora però sembra - sembra - arrivato il momento della Ferrari che ad Austin non ha vinto per ritiro di Verstappen come in Australia, non per fortuita transumanza come a Montecarlo, non per autogol della McLaren come a Monza, ma per nettissima superiorità tecnica. Non s’è mangiata le gomme com’era suo atavico vizio, è andata sui binari su una pista con gibbosità che hanno mandato in tilt la Mercedes e ha messo agli atti l’effettiva bontà degli sviluppi introdotti da Monza in poi. Un recupero interessante partito da lontano, anche grazie al calo della Red Bull: dopo l’Olanda era a -64 dal team bibitaro e adesso a -8, e dunque. Il vero scoglio però è la McLaren.

All'inseguimento della McLaren

Il Mondiale costruttori si può inseguire. Con la Red Bull si tratta di menare due contro uno perché Perez è sempre un po’ disperso; la McLaren resta la prima candidata, sulla Ferrari è a +48, ma aritmeticamente il Mondiale è ancora lungo, se ci passate la banalità. Ogni GP mette in palio per ogni squadra proprio 44 punti, i due con le Sprint addirittura 59. Ci si proverà perché la SF-24 con le ultime modifiche è diventata facile da guidare, mentre la McLaren non è perfetta e proprio ad Austin è stata sui livelli di una ringalluzzita Red Bull, niente di più.

Titolo costruttori, cosa ne pensava il Drake

E poi: un titolo è un titolo. Non ci saranno cortei di macchine nelle strade, ma il Mondiale costruttori porta lustro e soldi (tra primo e secondo posto ballano quasi dieci milioni di euro). Enzo Ferrari, che vedeva nei piloti misteriosi accessori della macchina e nella macchina un necessario accessorio del motore, nel 1983 s’inalberò quando gli parlarono di Nelson Piquet campione del mondo: «La Ferrari ha vinto il titolo più importante, che è quello riservato ai costruttori. Premia l’azienda che costruisce le migliori macchine da gran premio al mondo». Tornando bruscamente all’oggi: «Se facciamo tutto bene e continuiamo ad arrivare davanti alla McLaren potremo vincere contando solo su di noi e sulle nostre prestazioni - dice Leclerc -. Il bouncing (saltellamento, ndr) sembra sparito del tutto». E siccome esagerare diverte ed è gratis: «Titolo piloti? Mai dire mai».


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