Il lunedì dopo le due squalifiche è un giorno drammatico, emergenziale, in cui la Ferrari si chiude a riccio. Riunioni tecniche e chiamate degli alti dirigenti irritati con Vasseur si succedono, mentre il problema del sottopeso di Charles Leclerc viene sminuito a errore di valutazione, per quanto grave, mentre quello del pattino troppo consumato sulla macchina di Lewis Hamilton apre un vero scenario di crisi. Quel mezzo millimetro di usura in eccesso, che ha determinato l’esclusione dalla classifica del vincitore della Sprint, è la cartina al tornasole della difficoltà che la Ferrari sta avendo nel far funzionare l’aerodinamica.
Ferrari, effetto suolo da non perdere
La macchina è veloce e ha un buon passo gara, ma per poterlo esprimere deve viaggiare bassissima, e nel caso del GP di Cina: troppo bassa. Perché se vuoi stare in sicurezza e alzi la macchina (parliamo di due millimetri che ai nostri occhi sono pochi ma poi sui cronometri valgono almeno tre decimi a giro) si perde l’effetto suolo, e nel contempo l’intero corpo vettura diventa come un’ala esposta al vento (immaginare il DRS del tutto abbassato o leggermente sollevato). E una macchina-ala sul dritto non fila più. Proprio alzare la monoposto ha determinato la perdita di prestazione tra il venerdì e il sabato in Australia, e tra il sabato e la domenica in Cina.