F1, «Alonso ha avuto un'amnesia. Per una settimana pensava fosse il 1995»
Secondo la stampa spagnola sarebbero state queste le prime parole del pilota della McLaren subito dopo l'incidente del Montmelò. L'asturiano, inoltre, non avrebbe recuperato i suoi ricordi per almeno una settimana prima di ricominciare a recuperare la memoria
ROMA -«Mi chiamo Fernando Alonso, corro sui kart e il mio sogno è arrivare in Formula Uno». Sarebbero queste le prime parole che il pilota della McLaren avrebbe riferito ai medici accorsi per aiutarlo subito dopo aver ripreso conoscenza in seguito al suo incidente durante i test del Montmelò dello scorso 22 febbraio. Non solo. Sempre secondo quanto racconta "El Pais", grande sostenitore della teoria dello scossa elettrica, Alonso sarebbe rimasto per circa una settimana con la memoria del 1995 e quindi lo spagnolo non ricordava assolutamente il suo debutto in Formula 1, né i mondiali conquistati con la Renault (2005 e 2006) e ovviamente neanche gli anni passati con la Ferrari. Solo a distanza di quasi 7 giorni Alonso avrebbe gradualmente iniziato a recuperare i suoi ricordi.
IN AUSTRALIA C'È MAGNUSSEN - È questa l'ultima voce, l'ultimo "rumor", su quello che è veramente accaduto al pilota spagnolo al Montmelò. Nei giorni scorsi la Bild aveva pubblicato la notizia secondo la quale Alonso, subito dopo l'incidente, parlava in italiano pensando ancora di essere alla Ferrari. Comunque sia andata resta la certezza che il pilota della McLaren non correrà il Gp di Australia, prima gara del Mondiale di F1. Al suo posto, al volante della monoposto, ci sarà Kevin Magnussen, danese e terzo pilota del team di Woking.
«AMENSIA COMPATIBILE CON SCOSSA MA...» - La presunta perdita di memoria di Fernando Alonso sarebbe compatibile con l'ipotesi di una scossa elettrica ricevuta dal pilota. Lo afferma Paolo Maria Rossini, direttore dell'Istituto di Neurologia dell'Università Cattolica, commentando le indiscrezioni che raccontano di un'amnesia prolungata dello spagnolo dopo l'incidente di Barcellona. "Una folgorazione può dare questi problemi - spiega Rossini - quando si faceva l'elettroshock negli anni '50 e '60, senza l'anestesia protettiva e su tutto il cranio, una amnesia prolungata era un effetto abbastanza comune, anche se poi le memoria si ricostituivano". L'indiscrezione di "El Pais" sembrerebbe quindi confermare l'ipotesi della 'scossa', che comunque secondo Rossini sarebbe facilmente verificabile. "Sul corpo di Alonso ci dovrebbero essere un foro o una lesione dove la scarica è entrata e un segno analogo in uscita, che durante le visite mediche dovrebbe essere stato visto - spiega l'esperto -. Inoltre i muscoli quando il corpo è percorso da una scarica elettrica si irrigidiscono in pochi secondi, rilasciando nel sangue una serie di sostanze chimiche ben riconoscibili. Allo stesso modo se fosse stata invece una crisi epilettica o un trauma fisico a causare l'incidente ci sarebbero dei segni che sono facilmente rilevabili dagli esami medici. Servirebbe qualche dato in più sugli esiti degli esami per poter essere più precisi". L'eventuale scossa, spiega Rossini, non dovrebbe lasciare altri effetti immediati oltre all'amnesia: "Di solito non ci sono altri effetti immediati - sottolinea - mentre in chi si sottoponeva a elettroshock dopo 30-40 anni si presentavano alcune forme di demenza, dovute molto probabilmente alla perdita di cellule cerebrali o di alcuni circuiti elettrici del cervello che rimangono irrimediabilmente danneggiati".
© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di McLarenIN AUSTRALIA C'È MAGNUSSEN - È questa l'ultima voce, l'ultimo "rumor", su quello che è veramente accaduto al pilota spagnolo al Montmelò. Nei giorni scorsi la Bild aveva pubblicato la notizia secondo la quale Alonso, subito dopo l'incidente, parlava in italiano pensando ancora di essere alla Ferrari. Comunque sia andata resta la certezza che il pilota della McLaren non correrà il Gp di Australia, prima gara del Mondiale di F1. Al suo posto, al volante della monoposto, ci sarà Kevin Magnussen, danese e terzo pilota del team di Woking.
«AMENSIA COMPATIBILE CON SCOSSA MA...» - La presunta perdita di memoria di Fernando Alonso sarebbe compatibile con l'ipotesi di una scossa elettrica ricevuta dal pilota. Lo afferma Paolo Maria Rossini, direttore dell'Istituto di Neurologia dell'Università Cattolica, commentando le indiscrezioni che raccontano di un'amnesia prolungata dello spagnolo dopo l'incidente di Barcellona. "Una folgorazione può dare questi problemi - spiega Rossini - quando si faceva l'elettroshock negli anni '50 e '60, senza l'anestesia protettiva e su tutto il cranio, una amnesia prolungata era un effetto abbastanza comune, anche se poi le memoria si ricostituivano". L'indiscrezione di "El Pais" sembrerebbe quindi confermare l'ipotesi della 'scossa', che comunque secondo Rossini sarebbe facilmente verificabile. "Sul corpo di Alonso ci dovrebbero essere un foro o una lesione dove la scarica è entrata e un segno analogo in uscita, che durante le visite mediche dovrebbe essere stato visto - spiega l'esperto -. Inoltre i muscoli quando il corpo è percorso da una scarica elettrica si irrigidiscono in pochi secondi, rilasciando nel sangue una serie di sostanze chimiche ben riconoscibili. Allo stesso modo se fosse stata invece una crisi epilettica o un trauma fisico a causare l'incidente ci sarebbero dei segni che sono facilmente rilevabili dagli esami medici. Servirebbe qualche dato in più sugli esiti degli esami per poter essere più precisi". L'eventuale scossa, spiega Rossini, non dovrebbe lasciare altri effetti immediati oltre all'amnesia: "Di solito non ci sono altri effetti immediati - sottolinea - mentre in chi si sottoponeva a elettroshock dopo 30-40 anni si presentavano alcune forme di demenza, dovute molto probabilmente alla perdita di cellule cerebrali o di alcuni circuiti elettrici del cervello che rimangono irrimediabilmente danneggiati".