Grana Verstappen, c'è l'incubo squalifica: cosa può succedere alla prima parolaccia o insulto

Il pilota Red Bull quasi per l’intera stagione con tanti punti penalità: non potrà causare incidenti o insultare gli altri
Grana Verstappen, c'è l'incubo squalifica: cosa può succedere alla prima parolaccia o insulto
Fulvio Solms

L’ uomo che quando vede la sua ombra avverte l’istinto di sorpassarla dovrà stare molto, molto accorto. Max Verstappen, da che è in Formula 1, ha sempre garantito spettacolo, agendo con le buone o con le cattive nei confronti degli avversari: con le buone quando la sua Red Bull era largamente superiore alle altre macchine, con le cattive quando doveva spingersi oltre il possibile, laddove possibile è sinonimo di lecito. L’ombra che però oggi grava su di lui non è la sua, ma quella della regola dei punti di penalità con cui viene marcata la superlicenza di un pilota, e che decadono esattamente dodici mesi dopo che sono stati comminati. Il sistema, entrato in vigore nell’era dell’ibrido (2014), prevede che quando si raggiungono i dodici punti, scatti la squalifica per il gran premio successivo. La misura ha un solo precedente: Kevin Magnussen escluso dal GP Azerbaijan dello scorso anno, dopo un abbordaggio a Gasly a Monza costatogli due punti, decisivi per fargli raggiungere il limite.

 


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Niente più parolacce, insulti o gestacci in Formula Uno

Da questo punto di vista il Mondiale 2025 comincia con due piloti particolarmente gravati dalle penalità: Verstappen e Fernando Alonso. La situazione dello spagnolo è però meno grave perché la pressione comincerà a ridursi già dal 25 marzo e dunque dopo i primi due GP: decadranno tre punti comminatigli un anno fa nel GP d’Australia per guida pericolosa. Assai diversa la situazione di Max, per la sua guida irruente e il suo modo colorito di parlare e comportarsi. Tocca considerare anche questo: il presidente federale Ben Sulayem s’è messo in testa di ripulire la bocca dei piloti – niente più parolacce – e pertanto bisogna stare attenti. Già nei test di Sakhir, Max aveva estratto il dito medio a serramanico, ma poi s’è capito che si era trattato di un simpatico saluto-insulto, una cosa alla romanesca, nei confronti del giovane allievo della Williams Luke Browning, suo amico. La FIA ha fatto sapere che non avrebbe indagato.

 

Tornando alle cose serie: i primi punti per Verstappen decadranno solo dopo 11 gare (2 punti comminatigli il 30 giugno scorso per incidente con Norris nel GP d’Austria) e per la successiva decurtazione, altri due punti, bisognerà attendere addirittura il 28 ottobre, quando il Mondiale avrà già disputato venti GP. Questo perché sei punti Max li ha accumulati tutti fra ottobre e dicembre scorsi, in meno di un mese e mezzo. Il peso delle penalità potrebbe dunque condizionarlo nei corpo a corpo che il Mondiale potrebbe riservargli, soprattutto se dovrà andare ancora una volta – come nella seconda parte della scorsa stagione – oltre i limiti della sua Red Bull. La nuova RB21, per quel che s’è visto nei test di Sakhir, viaggia con problemi tecnici irrisolti, e ancora una volta il genio nella guida di Max potrebbe essere chiamato a fare la differenza.

 


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Leclerc e Hamilton a zero penalità

Tra i top team l’unico ad avere la fedina penale pulita con entrambi i piloti è la Ferrari: Charles Leclerc e Lewis Hamilton sono a zero penalità, mentre Mercedes compare nella lista per il punto di George Russell, un peccatuccio veniale dietro safety car in occasione dell’ultimo GP di Miami. Intanto, ieri, Red Bull si è arricchita di un ingegnere ma presso il dipartimento Advanced Technologies: Jody Egginton sarà direttore dell’ingegneria, dopo dieci anni vissuti a Faenza in Racing Bulls (dal 2019 direttore tecnico). Red Bull Advanced Technologies si occupa di progetti al di fuori della Formula 1: la punta d’iceberg è la RB17, hypercar ibrida da 1.200 cavalli che porta la firma di Adrian Newey. Racing Bulls dovrebbe redistribuire le competenze di Egginton tra Tim Goss (Chief Technical Offi cer), Guillaume Cattelani (Performance) e Andrea Landi (Progettazione).


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L’ uomo che quando vede la sua ombra avverte l’istinto di sorpassarla dovrà stare molto, molto accorto. Max Verstappen, da che è in Formula 1, ha sempre garantito spettacolo, agendo con le buone o con le cattive nei confronti degli avversari: con le buone quando la sua Red Bull era largamente superiore alle altre macchine, con le cattive quando doveva spingersi oltre il possibile, laddove possibile è sinonimo di lecito. L’ombra che però oggi grava su di lui non è la sua, ma quella della regola dei punti di penalità con cui viene marcata la superlicenza di un pilota, e che decadono esattamente dodici mesi dopo che sono stati comminati. Il sistema, entrato in vigore nell’era dell’ibrido (2014), prevede che quando si raggiungono i dodici punti, scatti la squalifica per il gran premio successivo. La misura ha un solo precedente: Kevin Magnussen escluso dal GP Azerbaijan dello scorso anno, dopo un abbordaggio a Gasly a Monza costatogli due punti, decisivi per fargli raggiungere il limite.

 


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