Gaia De Laurentis: «Mi sono innamorata del teatro a 14 anni»
Si è innamorata del teatro a 14 anni, quando al Festival di Spoleto uno spettacolo di Marsha Norman la colpì nel profondo. Da lì è scoccata la scintilla, tra Gaia De Laurentiis e il teatro. E la sua più grande passione torna questa sera sul palco del Teatro Golden con lo spettacolo “L’inquilina del piano di sopra”, «una commedia leggera e divertente ma di quelle ti porti a casa qualcosa».
Quando è nata la passione per la recitazione?
«Se devo dargli una data a 14 anni. Al Festival di Spoleto vidi uno spettacolo che si chiamava Buonanotte mamma di Marsha Norman, Premio Pulitzer proprio quell’anno. Era uno spettacolo fantastico con due donne clamorose in scena, Giulia Lazzarini e Lina Volonghi. Ricordo, malgrado fossi piccola, che non ci ho dormito la notte. In quell’esperienza ho capito le emozioni, i sentimenti e quanto potesse essere travolgente il teatro. Fino a quel momento quelle emozioni le avevo provate forse solo al cinema o con la musica. Ecco da qui è nato il pensiero di fare l’attrice e ho accantonato l’altro grande sogno che era quello di fare medicina».
Cosa ricordi delle tue esperienze in televisione come conduttrice e attrice?
«Devo moltissimo alla televisione, ci torno sempre molto volentieri. La televisione per quanto riguarda la conduzione è un mondo a parte, non mi considero proprio una conduttrice intesa nel senso classico del mestiere. Invece come attrice, anche se le tecniche e le modalità di lavoro sono diverse, è un altro discorso, si tratta pur sempre di recitazione».
Come artista sei cresciuta sui palcoscenici teatrali, la consideri la tua dimensione ideale?
«Il teatro fa parte di me, è la mia dimensione. Sul palco mi sento molto a mio agio e soprattutto è un luogo dove mi diverto. È essenziale fare questo lavoro divertendosi. Non mi ha mai deluso e non l’ho mai tradito neanche quando ho iniziato a fare televisione come molti hanno pensato».
Stasera al Teatro Golden c’è la prima de “L’inquilina del piano di sopra”. Come è stata la collaborazione con Ugo Dighero?
«Ugo è un grande attore e una grande persona. È stato un incontro felicissimo per quanto mi riguarda e spero che lo stesso valga anche. Tra noi c’è stato grande feeling in scena in scena».
Cosa deve aspettarsi il pubblico che verrà a vedervi?
«Lo spettacolo è una commedia francese di Pierre Chesnot e la regia è di Stefano Artisunch, con il quale ho già collaborato con altri due spettacoli. È una commedia dei buoni sentimenti, carina, tutt’altro che stupida. Leggera e divertente sì ma di quelle ti porti a casa qualcosa. Il tema racconta la vita di una donna quarantenne single che non riesce a metter su famiglia e decide di rimorchiarsi il primo scapolo che incontra. Ovviamente il primo uomo è il vicino di casa un “orso” chiuso in se stesso e lei farà il possibile per conquistarlo e alla fine ci riesce».
Oggi a teatro, in futuro dove ti vedremo?
«Non mi è stato dato il permesso ancora di parlarle ma presto sarò in televisione con un nuovo programma molto carino».