Daniele Monterosi: «Gomorra, che emozione!»

L'attore romano sarà nella seconda puntata della serie, in onda domani su Sky. Abbiamo fatto una chiacchierata con lui tra cinema, spettacolo e la sua passione per la Roma
Daniele Monterosi: «Gomorra, che emozione!»
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Grande attesa per l’esordio televisivo della nuova stagione di Gomorra (le prime due puntate andranno in onda domani su Sky Atlantic), tra le serie italiana più famose al mondo. Da quest’anno nel cast c’è un attore romano e romanista, Daniele Monterosi, che ha scambiato con noi due chiacchiere sul suo lavoro e sulla sua passione giallorossa

 

La nuova stagione di Gomorra è iniziata con l’anteprima cinematografica, superando tutti al botteghino. Cosa si prova a essere salito su un treno che corre così veloce? 

 «Sicuramente è una grande emozione ed è stata una grande sorpresa, perché mentre giravamo non sapevamo che Cattleya (la produzione, ndr) avesse scelto questa strategia di promozione. In realtà al cinema sono trasmessi il primo e il terzo episodio, mentre il mio personaggio fa parte della seconda puntata che sarà messa in onda domani 17 novembre in televisione».  

A proposito del suo personaggio, ce lo presenti e ci racconti qualcosa di lui? 

«Il mio personaggio è uno steward romano che, pur non facendo parte del mondo dei “cattivi”, avrà un faccia a faccia con Giuseppe Avitabile, il suocero di Genny Savastano. Diciamo che Silvano (nome del personaggio, ndr) porta dei valori nuovi, diversi rispetto al linguaggio del potere su cui è incentrata Gomorra. Sarà bello vedere me stesso all’opera nella serie, è una sorpresa anche per me».

Il tuo è un curriculum variegato, tra cinema, tv, teatro. Quali lavori sono stati i più significativi per la tua carriera? 

«Questa è una bella domanda! Solitamente mi lego a ogni progetto di cui faccio parte, ma è chiaro che nella carriera di un attore esistano delle chiavi di volta. Uno spettacolo importante è stato sicuramente “Il romanzo di Ferrara”, ultimo lavoro teatrale di Tullio Kezich, per il quale fui scelto come protagonista da Piero Maccarinelli. Durante la tournèe fui notato da Michele Placido che mi volle per il suo “Il grande sogno”, facendomi esordire al cinema. Tra tutti i professionisti con cui ho avuto il piacere di lavorare, Kezich è stato quello che ha creduto più di tutti nelle mie capacità, quindi lo porto sempre nel cuore».

 

Ci racconta qualcosa di ESTAD, il tuo progetto per la formazione degli attori? 

«In realtà ESTAD è una vera e propria palestra per permettere agli attori di poter concretamente lavorare sulla costruzione della propria carriera. In un mondo “poco regolamentato”, questo processo è un po’ una rivoluzione culturale che cerca di mettere in campo dei valori e delle attitudini che secondo me sono le più importanti per affrontare bene la professione. Ci alleniamo per correre la maratona, in modo da essere pronti a completarla; allo stesso modo, con ESTAD ci alleniamo per essere pronti ad affrontare ogni tipo di lavoro. Per me è una gioia vedere che le persone che affianchiamo nel loro percorso stiano raggiungendo grandi risultati nei loro campi, è la testimonianza che stiamo trasmettendo segnali giusti». 

Hai qualche consiglio da dare a chi vuole intraprendere questa carriera, soprattutto a livello comportamentale, visti anche gli ultimi scandali che hanno interessato il cinema?

«È una tematica molto delicata. Non mi sento di dare molti consigli, posso dirti quello che cerco di mettere io nel mio lavoro. Conoscendo le difficoltà in cui a volte ci si può ritrovare, quello che secondo me fa la differenza è porsi delle basi forti a livello umano, oltre che professionale. Quando hai questo, puoi affrontare non solo il lavoro ma qualsiasi ostacolo».  

 

Off-topic: so che sei tifoso della Roma. Come vedi l’inizio di stagione con Di Francesco? Ti piace la nuova Roma?

«Sono un grande romanista e lo dico apertamente (ride, ndr). Mi piace seguire le dichiarazioni degli allenatori, vedere come si approcciano al sistema-media. Ho trovato un Di Francesco lucido, quadrato, con le idee chiarissime. Una visione di calcio sua, molto concreta. La squadra lo segue e mi sembra un grande progetto. In campo, Nainggolan è uno di quei giocatori che ti fa innamorare, non solo per qualità tecnica ma per come vive la partita fino all’ultimo. Un leader senza spocchia, centrocampista moderno, tra i migliori del mondo nel suo ruolo». 

Sabato c’è il derby. Ci fai un pronostico? Ognuno ha le sue tradizioni, tu dove lo vedrai?

«Dove lo vedrò ancora non lo so, perché questo è un periodo molto movimentato per me. Sicuramente lo vedrò. Sul risultato… (dopo una crisi scaramantica, ndr) Forza Roma!».

 


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