Tommaso Arnaldi: «Mamanero, Pino Insegno e la mia Roma»

L'attore romano protagonista della web serie, si divide tra la recitazione e la sceneggiatura si racconta a InRoma
Tommaso Arnaldi: «Mamanero, Pino Insegno e la mia Roma»
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Tommaso Arnaldi è un giovane attore e autore romano formatosi al Centro Sperimentale di Cinematografia e poi successivamente al Tribeca Film Center di New York. Dopo aver partecipato alle fiction “I liceali 3”, “I Cesaroni” e “Distretto di Polizia”, adesso è uno degli interpreti della web serie “Mamanero”, insieme a un gigante come Pino Insegno. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lui sul suo lavoro e alcune curiosità personali.

 

Raccontaci di “Mamanero”, che sta avendo un successo importante. Internet è il futuro o è già il presente per certi tipi di produzione?

«Mamanero nasce da Mauro Meconi con la collaborazione di Francesco Incognito, che mi hanno chiamato per interpretare il nipote di Pino Insegno. Ora, i primi due li conoscevo, mentre con Pino Insegno non avevo mai lavorato. Ho scoperto un grande professionista, un attore bravissimo e anche una bellissima persona. Oltre a lui mi ritrovo a lavorare con Alessia Navarro e Angela Favella, che sono attrici molto talentuose. La serie ha avuto un grande successo e speriamo ci sia una seconda stagione. Internet è già il presente, basti pensare a Netflix che ha rivoluzionato il mondo delle serie tv. Anche in italia stiamo entrando in quest’ottica, che può dare finalmente un respiro più internazionale alle nostre produzioni».

Pino Insegno è stato un personaggio comico di successo nella tv italiana degli anni Novanta, idolo di ogni bambino di quegli anni. Oggi sei un professionista e reciti affianco a lui, hai avuto sensazioni particolari? 

«Avevo già avuto l’occasione, ne “I Liceali”, di lavorare con Lucia Ocone che mi aveva fatto divertire quando ero più piccolo con “Mai Dire Gol”. Con Pino Insegno è stata la stessa sensazione: quando arrivi a recitare affianco a qualcuno che ti sembrava irraggiungibile scambi delle energie fantastiche e soprattutto impari moltissimo».

Sei stato attore, produttore e sceneggiatore di un supernatural thriller come “Hybris” nel 2015, oggi sei in una web serie divertente come “Mamanero”. Quale delle due facce preferisci, quella allegra o quella più seriosa?

«Quello che ho fatto con “Hybris” è stato mettere in campo una squadra di giovani talenti basandomi esclusivamente sul merito. Ci siamo tolti le nostre soddisfazioni, dopodiché ho smesso i panni del produttore perché preferisco dedicarmi alla recitazione e all’altra mia passione, quella per la scrittura di soggetti. Comico e serio sono due facce della stessa medaglia, quindi cerco sempre di dare un po’ di leggerezza alle storie più pesanti e profondità alle parti più comiche».

Tre domande a risposta secca: attore preferito? Gruppo o cantante preferito? Parolaccia più usata?

«Tim Roth. Bob Seger. Ca**o! »

Attore romano, sei romanista o laziale? 

«Nato romano, nato davanti allo stadio! Mi viene da dire “Daje Roma” intesa come città, ma seguo il calcio in maniera molto neutra, anzi mi diverto a stuzzicare i miei amici romanisti e laziali che ci tengono più di me!» 

Quindi, da “esterno”, come vedi l’approccio al tifo da parte dei romani? 

«Roma è una piazza molto particolare, Roma e Lazio sono quasi una religione, mi fa sorridere molto ma questo fa sì che esistano storie come quella di Totti. La sua è stata una leggenda, lui è un romano vero e soprattutto per questo la gente gli vuole bene. Io sono contento di poter dire che c’ero quando Totti ha iniziato e anche quando ha smesso. So anche io che c’è solo un capitano!»


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