Christian Tomassini: «Cinema indipendente, estetica e migranti»

Il regista padovano ci presenta "Il demone dell'acqua", cortometraggio che unisce l'estetica anni '80 e il tema dell'immigrazione
Christian Tomassini: «Cinema indipendente, estetica e migranti»

Cristian Tomassini, regista padovano classe ’85, ha fondato l’associazione Indivision che unisce vari professionisti del campo cinematografico (sceneggiatori, fonici, sound engineer, registi) per produrre cinema indipendente. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere sul suo ultimo cortometraggio, “Il demone dell’acqua”.

Ci racconta un po’ come è nata l’idea del corto sia dal punto di vista tematico che stilistico?

«Volevo da tempo fare un fashion film, avevo scritto una storia su una druidessa che arrivava in una villa occupata dai nazisti. Nel frattempo, in televisione l’argomento immigrazione era sempre più frequente e ho sempre voluto fare qualcosa a riguardo. Il problema era trovare la chiave giusta per non ricadere nel cliché e, siccome a me piace molto il cinema di genere, ho deciso di unire l’idea del fashion film con un tema sociale. È stato complicato all’inizio, ma utilizzando i meccanismi del sogno e del viaggio sono riuscito a dare il tiro che volevo alla sceneggiatura».

 Il corto ha molti rimandi estetici anni ’80. È “colpa” dell’essere cresciuto in quegli anni? Lo stile si costruisce volontariamente oppure l’arte è dare forma ai riferimenti che ci hanno influenzato in maniera spontanea? 

«È proprio così: tu metti insieme le cose che ti sono sempre piaciute; dopodiché può capitare che tu faccia citazioni senza neanche accorgertene, perché tutto è dettato dal tuo passato. È il bello del cinema, che unisce musica, fotografia, costumi. Il fumetto, ad esempio, mi ha consentito di trasformare un ragazzo di colore in un dittatore, scelta che nascondeva molti rischi. La sua figura è, invece, iconica perché ogni suo gesto è pensato come la tavola di un fumetto».

In un contorno di europei, migranti, dittatori e xenofobia, possiamo dire che il messaggio è l’uguaglianza sociale? Non in senso positivo, però; siamo tutti uguali di fronte ai nostri demoni.

«È un senso “grigio”, né bene né male. L’idea del potere può avere lo stesso effetto su chiunque, questo è un po’ il sottotesto. Posso dire che questo corto è contro l’essere umano ma a favore dei migranti!».

Hai fondato la Indivision che si occupa di produrre cinema indipendente. Cosa puoi dirci sullo spazio dedicato ai giovani registi e sugli ostacoli che si incontrano?

«In Veneto si fa fatica a produrre, perché non ci sono soldi. Col mio socio Marco Businaro abbiamo lavorato nel settore video e conosciuto gente che reputiamo sana, con voglia di mettersi in gioco pur senza la possibilità di un guadagno. Ci siamo trovati e abbiamo fondato Indivision a Padova, il cui obiettivo è di fare un lungometraggio, avendo a disposizione una squadra che lavora bene».

E invece i quali sono i progetti per il futuro prossimo?

«Stiamo finendo di scrivere un film e bisogna trovare i fondi per realizzarlo, nel frattempo ho altri cortometraggi in cantiere, tra cui uno sul terrorismo e sulla paura di ciò che non si conosce. Probabilmente sarà il primo a cui lavorerò, per restare sullo stesso filone del Demone».

Regista preferito? E poi, se potessi scegliere tra tutti gli attori del mondo, quale ti piacerebbe dirigere?

«Come regista John Carpenter. Tra gli attori, mi piacerebbe lavorare con Kurt Russell».

Di seguito il link dove guardare il cortometraggio: https://player.vimeo.com/video/239269764 


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