Scoprire il Maxxi

Manetas al progetto di sistemazione del Foro Italico su iniziativa del Centro Archivi
Scoprire il Maxxi© Musacchio&Iannello
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A poca distanza dal Foro Italico il MAXXI conserva al suo interno una particolare e unica collezione permanente: The Place to Be, inaugurata lo scorso maggio e in costante cambiamento, sempre pronta a rinnovarsi e ad arricchirsi con focus su artisti e architetti. Il percorso inizia dalla piazza e si estende all’interno, in tutto il piano terra e in parte del primo piano con opere e installazioni esposte a rotazione, donazioni, comodati, prestiti. Nella piazza si possono apprezzare le opere di Elisabetta Benassi, Ugo Rondinone, Maurizio Nannucci, Massimo Grimaldi, Pedro Cabrita Reys. Salendo al primo piano, ci si imbatte in 60 opere e progetti di arte, architettura e fotografia firmati da importanti nomi, quali Sol Lewitt, Carl Andre, Vincenzo Agnetti, Tomás Saraceno, Mario Merz e molti altri ancora. Presso la Galleria Gian Ferrari, invece, si alternano focus su artisti in collezione: momentaneamente è possibile conoscere Miltos Manetas, pittore greco, artista concettuale e teorico, riconosciuto a livello internazionale per le sue opere internet-based e per aver fondato nel 2009 il primo Padiglione Internet alla Biennale di Venezia. Racconta le emozioni e l’immaginario della nostra era contemporanea con Internet paintings, ovvero grandi tele che ritraggono un mondo popolato da selfie, una realtà osservata da Facebook, immagini pornografiche accanto a quelle di moda, le strade di tutto il mondo registrate da Google. Manetas raccoglie sulla tela input dal mondo virtuale, rielaborandoli per decodificare la nuova estetica contemporanea e creando in questo modo un nuovo sistema iconografico.

Inoltre, al MAXXI, in occasione della VIII Giornata Nazionale degli Archivi di architettura, dedicata agli “Spazi Aperti” viene proposto un doppio appuntamento, oggi e il 19 maggio, per approfondire e vivere il progetto di sistemazione del Foro Italico messo a punto da Enrico del Debbio nell’arco di trent’anni, dalla narrazione del progetto stesso attraverso i documenti d’archivio sino alla visita dei luoghi cui i disegni hanno dato forma.


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