L’Arte che conta nell’Atlante edito da De Agostini

L'opera, nella quale sono presenti 800 artisti dalla metà degli Anni 50 fino ai giorni nostri, è un volume unico e curato nei minimi particolari
L’Arte che conta nell’Atlante edito da De Agostini

Un volume dedicato interamente alle nuove generazioni di artisti che ha, come scopo principale, quello di mettere ordine in un panorama finora abbastanza confusionario. “L’Atlante dell’Arte Contemporanea” edito da De Agostini è un compendio stupendo, unico, un lavoro che, per gli argomenti affrontati e le personalità che hanno contribuito a realizzarlo, rappresenta un vero e proprio museo cartaceo dell’arte del XXI secolo.

Nell’opera sono stati studiati circa 800 artisti, ognuno con uno studio unico, personale e identificabile; ogni singolo maestro ha il suo “marchio di fabbrica” che denota una produzione dall’immediata riconoscibilità per il pubblico, il mercato, il sistema. Si parte dai nomi di celebrità dalla seconda metà del Novecento quali Balla, Morandi, De Chirico, Carrà agli artisti più ricercati all’estero, come Burri e Manzoni, passando per l’Arte Povera e per Bonalumi, Castellani, Cattelan, Stingel sino ad arrivare ai giorni nostri con una nuova generazione che si sono imposti in importanti mostre, tra cui dOCUMENTA e La Biennale di Venezia.

Il lunghissimo lavoro di progettazione, compilazione e stesura del libro è durato tre anni e adesso, dopo l’uscita del primo volume, il team coordinato da Daniele Radini Tedeschi e Stefania Pieralice è già al lavoro sull’Atlante del prossimo anno così da tenerlo sempre aggiornato. Ma in cosa consisteranno questi upgrade? Si parla di importanti novità dedicate all’anti-falsificazione, ai mercati orientali e soprattutto agli aggiornamenti delle quotazioni ivi registrate tra cifre "record" di artisti italiani più ricercati nonché battuti nelle sale d’asta londinesi o newyorkesi. Alla presentazione del volume, nelle vesti di relatore, era presente Achille Bonito Oliva che ha affermato come «l’arte sono tutte le opere d’arte, pubblicate nei libri di storia dell’arte».


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