Noi, l’America dell’horror

Torna Jordan Peele e si supera rispetto al riuscitissimo Scappa-Get Out
Noi, l’America dell’horror
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L’horror a sfondo politico di Jordan Peele colpisce di nuovo al cuore gli USA con Noi, in sala dal 4 aprile. Il regista di Scappa-Get Out compie un passo avanti in quanto ad ambizioni e metafore: se l’opera prima era una smaccata accusa all’America razzista, l’aggiornamento 2.0 al 2019 è una spietata allegoria che lavora su più livelli, colpendo allo stomaco lo spettatore quando meno se lo aspetta.

Adelaide Wilson (Lupita Nyong’o) è madre di due figli e moglie di Gabe (Winston Duke visto in Black Panther, qui in versione padre upper class statunitense) e insieme alla famiglia scappa al mare per un weekend di relax nei luoghi della sua infanzia. Giunta a destinazione, i ricordi di un trauma subito da bambina iniziano a riaffiorare nella sua mente: si perse al luna park e nella sala degli specchi incontrò una misteriosa bambina. Dopo una giornata in spiaggia piena di brutti ricordi e paure incontrollate, una misteriosa famiglia si presenta all’uscio della sua casa. È l’inizio di un incubo.

Peele compie un salto avanti, gioca col tema del doppio, degli zombie (ma sarà poi così?), dell’home invasion e del futuro distopico. L’incubo si stratifica sempre di più e se, qua e là, perde dei pezzi e sembra tentare troppo, il risultato finale è una rappresentazione spietata del presente, della crisi dei valori che hanno lasciato strada alle peggiori pulsioni dell’essere umano, in preda all’odio e la paranoia dell’altro. Perché se c’è un “noi”, c’è sempre e comunque un “loro” con cui arrivare alla resa dei conti.

L’ottimo cast è completato da Shahadi Wright Joseph, Evan Alex, la vincitrice dell’Emmy Elisabeth Moss e Tim Heidecker.


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