Tarantino, DiCaprio e Margot Robbie a Roma per C’era una volta a… Hollywood

Bagno di folla nella Capitale per le tre stelle: regista e attori di una favola intrisa di tenerezza e passione per il cinema, soprattutto quello che non c’è più
Tarantino, DiCaprio e Margot Robbie a Roma per C’era una volta a… Hollywood© ANSA
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Due giorni da tappeto rosso, a Roma, venerdì 2 e sabato 3 agosto: Quentin Tarantino insieme a Leonardo DiCaprio e Margot Robbie sono passati nella capitale per presentare "C’era una volta a… Hollywood", favola anni Sessanta che ripercorre un momento cruciale della grande epopea degli Stati Uniti d’America e di quella della storia del cinema: il 1969. 

Secondo DiCaprio «è stato un punto di svolta, abbiamo visto emergere un’era in cui i registi ebbero il potere di fare i film che hanno cambiato il corso della cinematografia». Ovviamente, sul tema, Tarantino ha un’opinione ben precisa: «Amo i film di genere e sono appassionato di b-movies. Ho sempre amato il modo in cui gli italiani hanno sviluppato il tema del western o della commedia sexy, cappa e spada o i kolossal ambientati nell’antica Roma, ma anche i polizieschi alla Ispettore Callaghan o French Connection. Gli italiani li hanno reinventati per un pubblico nuovo, un esperimento pazzesco. E poi sono un prodotto tipicamente italiano, c’è dentro l’opera e la lirica, tutto è surreale, sopra le righe, qualcuno l’ha chiamata “the opera of violence” e anche io sto cercando di realizzare la mia “opera della violenza”».

“C’era una volta a… Hollywood” è un tenero tributo a un mondo che non c’è più, un’era di speranza, conclusasi in modo brutale, tra il Vietnam e le sette sataniche, ma soprattutto un omaggio al cinema. In una bellissima scena, Margot Robbie nei panni di Sharon Tate entra in una sala di Los angeles per vedere un film in cui lei ha recitato: "The Wrecking Crew", (il titolo italiano è "Missione compiuta stop. Bacioni Matt Helm").


Spiega Tarantino: «Molte delle cose che vediamo nel film, io le ho vissute in sala proprio come il film in cui recita Sharon Tate. In "The Wrecking Crew", la cosa interessante è come Sharon ha usato il kung fu o come cade goffamente in braccio a Dean Martin senza mai perdere il suo aplomb. Oggi il cinema è molto diverso, lo è addirittura anche rispetto a quello degli anni Novanta, quando io ho iniziato a fare film. Fino a un po’ di anni fa si costruivano set veri, non si realizzavano in post produzione, ci sono film con scenografie meravigliose, sequenze realizzate fisicamente, non c’era CGI. Oggi nemmeno le grosse produzioni lo fanno più e penso abbiamo perso un patrimonio enorme, come l’artigianato e la manualità. La cinematografica digitale è un pericolo enorme».

È Margot Robbie a svelare una curiosità: «Durante le riprese, Quentin mi raccontò questa storia accadutagli davvero. Andò a vedere "Una Vita Al Massimo" al cinema e chiese di entrare senza pagare perché aveva scritto il film. Proprio come Sharon Tate in "C’era una volta a… Hollywood". Ci sono molti ricordi Quentin nel film, è ciò che lo rende intimo e personale».

In questo mondo, apparentemente, morente, il messaggio di speranza lo consegna DiCaprio: «Ai giovani che vogliono entrare nel cinema dico “Guarda più film possibile, cerca i tuoi eroi, puoi crescere sulle spalle dei giganti”. Io cerco registi che possono aiutarmi e migliorare, a far diventare realtà la sceneggiatura che sto leggendo e quale sarà il regista che saprà farmi recitare bene per far diventare il pubblico parte di ciò che stanno vedendo». 


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