Su i calici, il vino è protagonista della stagione

Dal caldo estivo alla malinconia delle foglie gialle, il rosso corposo di questo periodo accompagna il cambiamento. L’importante è saperlo abbinare
Su i calici, il vino è protagonista della stagione
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Abbiamo salutato l’estate del caldo e stiamo abbracciando l’autunno, stagione di cambiamenti, di colori nuovi, di conclusioni e di nuovi inizi. Con il passaggio dalla leggerezza d’agosto passando per la malinconia settembrina fino a ottobre, anche i nostri palati si trasformano, desiderando cibi e vino di diverso sapore. È una questione fisiologica: i primi freddi fanno cambiare il nostro desiderio di cibo, il nostro corpo chiede proteine e carboidrati e ovviamente pietanze calde e ricche. Cosa associare a questo tipo di alimentazione se non un bicchiere di vino rosso e corposo? Non si tratta di semplice gusto. È più una questione di atmosfera.

Immaginate di averla desiderata a lungo: la prima sera in cui avrete bisogno di rannicchiare i piedi, di prendere una sottile coperta, di accendere un fuoco nel camino e farvi illuminare dalla luce fioca della fiamma. Al vostro fianco avete la compagnia giusta, il sottofondo delle scintille dei quercioli e il desiderio di qualcosa che vi scaldi l’animo. Ad accompagnarvi deve esserci per forza un vino.

La leggerezza di un Negroamaro, di un Sangiovese o di un Pinot Nero; l’aroma fruttato di un Nebbiolo; la familiarità di un novello. I vini rossi scaldano il cuore e sono rimedi alla malinconia, che si insinua tra le pieghe degli animi più sensibili al passaggio delle stagioni. Ne parlano tutti i più grandi poeti, scrittori e pensatori, dalla Grecia antica a Baudelaire. Se ne bagna le labbra il sacerdote e se ne riempie Bacco: il vino è simbolo trasversale, sacro e profano, antico e moderno di sensazioni estatiche.

È importante accoppiare il giusto vino con i cibi più tipici della stagione, come le castagne, i tartufi e i funghi. Il tempo delle castagne è lo stesso del vino novello, che su una tavola apparecchiata non sfigura mai. Dal Nord arriva puntuale il vin brulé, che con i marroni e il fuoco acceso si sposa perfettamente. Un Toscano Novello Igp, un Barbera di Monferrato Dop o un Bonarda dell’Oltrepò Pavese sono nomi ideali per l’occasione. Con i funghi, seppur di infinite tipologie, non bisogna mettere vini aspri o tannici. Si preferisce un vino morbido, rosato o bianco, come il Pinot grigio, che lasci risaltare il sapore del cibo. Eccezion fatta per i porcini, con i quali può star bene un rosso di Montalcino. Per gli amanti del tartufo, il suo sapore particolare prevede una giusta selezione sul vino, che non può permettersi di oscurarlo. Mettete da parte i vini aromatici, acidi o alla vaniglia: Verdicchio, bianco di Custoza, bianco dell’Etna sono, invece, ottimi alleati.   


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