La sfida Juve-Roma e il ciclismo su pista

Dal celebre 4-0 (con tanto di 'manina' di Totti a Tudor) del 2004 al gol di Turone, la storia degli incontri tra giallorossi e bianconeri. L’epopea delle Sei Giorni rivissuta per gli appassionati
Massimo Grilli
4 min
JUVE-ROMA, CHE SFIDA
Sorta di “prequel” della grande sfida tra Juventus e Roma, questo divertente libretto è l’antipasto perfetto per godersi il conto alla rovescia della partita di Torino. Oddio, il sottotitolo - che recita “Roma-Juventus: la passione contro il Potere” - ci fa capire come il punto di vista sia esclusivamente giallorosso. Il racconto, con buona pace dei tifosi bianconeri, ruota tutto attorno al celebre 4-0 (con tanto di “manina” di Totti a Tudor) che i giallorossi di Capello rifilarono alla Juventus nel febbraio del 2004. Dalla settimana che precedette quella partita fino all’entusiasmante (per chi ha il cuore mezzo giallo e mezzo rosso, naturalmente) esito finale, incontri e rievocazioni di una sfida mai banale, contrassegnata da grandi personaggi - sul campo e nei ruoli dirigenziali - e grandi polemiche. E così tornano il gol di Turone anato più di trent’anni fa, il fallo laterale di Aldair che un guardalinee di... passaggio trasformò in un assist vincente per i bianconeri, fino a riesumare uno Juventus-Roma del 1970, passato alla storia per le espulsioni di Cappellini e Amarildo e per il furibondo attacco post-partita di Alvaro Marchini all’arbitro Francescon di Padova. Incontri, scontri, il 5-0 di Testaccio che diventò una canzone, Viola e Boniperti, Sensi e Agnelli, a disegnare i mille intrecci di una partita mai banale. «Quando si affronta la Juventus - scrive l’autore nel prologo - si contrappongono due mondi antitetici. Due visioni della vita inconciliabili, uno scontro tra culture in atto da decenni, lo yin e lo yang dell’esistenza...».
NEMICI PER LA PELLE, Roma-Juventus: la passione contro il Potere; di Diego Angelino, Edizioni Puky, 125 pagine, 14,90 euro.

SEI GIORNI TRA RICORDI E NOSTALGIE
Pista e poker potrebbe essere un abbinamento che trae in inganno; è però un’accoppiata avvincente, perché le gare su pista furono i primi avvenimenti sportivi che innescarono il meccanismo delle scommesse. Manuel Gandin comincia con il farci conoscere i corridori che sul finire dell’Ottocento cominciarono a esibirsi in pista; ricorda che le prime Sei Giorni - che in realtà comprendono anche Sei Notti, quindi 144 ore - venivano corse individualmente, poi ci si accorse che la fatica era disumana e fu introdotta la coppia. Anche il più accanito appassionato di ciclismo effettua scoperte imprevedibili: per esempio che Tano Belloni, su strada etichettato come l’eterno secondo, nelle Sei Giorni su pista è stato protagonista massimo: divenne Tano l’Americano, perché ne corse 40 negli Stati Uniti e 12 in Europa. Le Sei Giorni ebbero grandissima popolarità negli Stati Uniti durante gli Anni Trenta, poi la Seconda Guerra Mondiale portò alla chiusura progressiva di tutti gli impianti. Adesso le Sei Giorni se la passano maluccio: in Italia resiste solo Fiorenzuola d’Arda in provincia di Piacenza; in Europa Gand in Belgio, Copenhagen in Danimarca, Zurigo in Svizzera, Amsterdam e Rotterdam in Olanda; negli Stati Uniti non ce n’è più una. Manuel Gandin ha scritto questo libro con l’intento di far rivivere agli appassionati l’epopea delle Sei Giorni: missione compiuta. Bisognerebbe cambiare il contenuto dei pacchi gara in occasione delle granfondo: via gli integratori e dentro libri come questo.
LE SEI GIORNI TRA GIRI DI PISTA E GIRI DI POKER; di Manuel Gandin, prefazione di Gian Paolo Ormezzano, No Reply Milano, 108 pagine, 12 euro.

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Libreria