Il romanzo della Fiorentina e due libri sulla Formula 1

Dal marchese Ridolfi ai Della Valle, dai due scudetti alla Coppa delle Coppe, fatti e protagonisti di 90 anni di Fiorentina. E poi la vita di Ecclestone e l'anno mondiale di James Hunt
Il romanzo della Fiorentina e due libri sulla Formula 1
Massimo Grilli
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La vittoria in Champions League in casa dell’Arsenal, firmata da Batistuta, anno 1999. La prima trasferta del campionato di C2, dopo il fallimento della Fiorentina di Cecchi Gori e la rinascita come Florentia Viola, e siamo nel 2002. Wembley e Gualdo Tadino sono due cartoline - spedite ad appena tre anni di distanza - emblematiche della vita di una società, la Fiorentina, la cui storia è un alternarsi impetuoso ed emozionante di successi - due scudetti, una Coppa delle Coppe - e delusioni. Novant’anni festeggiati proprio in questi giorni - l’atto di nascita della società, fondata dal marchese Luigi Ridolfi Vay da Verrazzano - porta la data del 29 agosto 1926 - e che vengono ripercorsi in questo libro da due autori che conoscono bene le vicende viola. Dai pionieri al primo scudetto di una squadra sbarazzina e “ye-ye”, come era soprannominata a quei tempi, dalla rivalità storica con la Juventus all’era dei Della Valle, da Oriana Fallaci ad Antognoni, protagonisti grandi e piccoli, trionfi e rovesci vengono ricordati ed analizzati, tenendo sempre bene in mente l’ambientazione sociale e culturale così determinante nei destini della squadra di Firenze. Ricordando che ai tifosi viola non basta vincere. «La Fiorentina dovrebbe giocare secondo i tratti di Michelangelo o il genio di Leonardo, perché quello è il suo patrimonio e quello deve essere il suo stile», disse una volta l’ex Ct dell’Argentina Cesar Luis Menotti.
LA FIORENTINA è molto più che una bistecca; di Mario Lancisi e Marcello Mancini, Giunti Editore, 135 pagine, 10 euro.

«Mi odiavano sul serio in Italia, a un livello assurdo. Fui molto contento di potermene andare da Monza incolume, senza finire coinvolto in qualche rissa per tutto il week end». Da questa frase di James Hunt, all’epoca acerrimo rivale della Ferrari con la sua McLaren, sono passati trent’anni ma identico è rimasto l’amore viscerale del pubblico di Monza per il mondo dei motori e soprattutto per i colori rossi della casa italiana. Due libri, della benemerita casa editrice Mare Verticale, ci possono introdurre al meglio alle vicende del prossimo Gran Premio d’Italia. Uno parla - gara dopo gara - della stagione vincente di uno dei piloti più conosciuti e più amati della Formula 1, l’inglese James Hunt appunto, e l’altro di un immarcescibile protagonista dell’ultimo mezzo secolo del mondo dei motori, il potentissimo Bernie Ecclestone. Hunt, morto prematuramente nel 1993, a 46 anni, per un attacco cardiaco, ebbe in fin dei conti una breve carriera in Formula 1. Solo sette stagioni al suo attivo, con dieci Gran Premi vinti e un titolo iridato, quello del 1976, vinto grazie anche alla famosa rinuncia di Niki Lauda (al duello tra i due è dedicato il film “Rush”) a prendere parte sotto un diluvio ormai leggendario al Gran Premio finale, in Giappone. Hunt fu personaggio molto amato: appassionato della bella vita, naturalmente portato per lo sport (fu portiere di calcio, giocatore di cricket e buon tennista a livello giovanile) grazie al suo stile di vite e al suo modo impetuoso di guidare - non a caso lo chiamavano Hunt “The shunt”, lo schianto - ebbe un gran numero di tifosi, che apprezzarono anche la sua lingua sciolta (quando si ritirò disse: «Lascio ora e definitivamente perché nel mondo della Formula 1 l’uomo non conta più», ed eravamo solo nel 1979…), come dimostra lui stesso nelle schede che compilava sugli avversari - da Lauda a Regazzoni, da Reutemann a Scheckter - riportate nel libro.
   
Ben diverso il tono dell’altro volume. Bernie Ecclestone, classe 1930, nel mondo dei motori dal Dopoguerra, è ii vero padrone della Formula 1, che controlla attraverso numerose società, tra le quali la più importante è la Formula One Management. La Watkins - amica di lunga data del nostro - prova a spiegarci come un ragazzo della classe operaia sia riuscito a diventare - grazie ad un tocco da autentico Re Mida - il principale protagonista del Campionato del Mondo di Formula 1. Veloce ad annusare dove rincorrere i migliori affari - era soprannominato “whippet”, piccolo levriero - e bravissimo anche a scansare gli inevitabili errori o brutte figure di cui ha comunque costellato la sua vita, infaticabile ed inesauribile, ha trasformato la Formula 1 nello sport più ricco al mondo. Dal Suffolk rurale alla frequentazione dei potenti del mondo, la straordinaria scalata di un uomo carismatico, che malgrado gli 86 anni non ha nessuna voglia di passare la mano.
JAMES HUNT, contro ogni previsione; di Eoin Young e James Hunt, con la collaborazione di David Hodges; edizioni Mare Verticale, 237 pagine, 20 euro.
BERNIE ECCLESTONE, una vita complicata; di Susan Watkins, edizioni Mare Verticale, 373 pagine, 20 euro.


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