Dal vocabolario della Juve al trionfo in Davis del '76

Un singolare e divertente vocabolario tutto bianconero, con cui ripercorrere protagonisti e trionfi della Juventus. E poi la ricostruzione di quel magico 1976 tennistico, che si concluse con la vittoria della Coppa Davis in Cile.
Dal vocabolario della Juve al trionfo in Davis del '76
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Dalla A di serie A - habitat ideale dei bianconeri, dal quale ha saputo
allontanarlo per un anno solo lo scandalo del calcio scommesse - alla Z di
zuffa, come quella nella quale furono coinvolti, in una tournée in Brasile
negli Anni Cinquanta, Viola e Muccinelli, che finirono addirittura per
cinque ore dietro le sbarre di una prigione, tutto l’universo bianconero,
più di un secolo di trionfi (tanti), delusioni (poche) e grandi
personaggi, dentro e fuori del campo. Un bel libro, dal prezzo davvero
contenuto (e non è cosa di poco conto in questi tempi grami) che fa
rivivere grandi partite e grandi campioni della storia della Vecchia
Signora. Un autentico vocabolario juventino (uno uguale c’è anche per
l’Inter) basato sulle parole chiave come sui soprannomi: così impariamo
che al vero bianconero il termine "carpentiere" fa tornare alla memoria il
profilo di Torricelli, che questo mestiere faceva prima di essere notato
in un’amichevole da Trapattoni. Oppure il “postino” Del Sol, così lo
chiamò il grande Di Stefano, o ancora “Capelli”, come quelli che faceva
tagliare l’integerrimo Boniperi ai vari Vieri e Del Piero. Da leggere
divertendosi.
LA JUVENTUS DALLA A ALLA Z, tutto quello che devi sapere sul mito
bianconero; di Claudio Moretti, Newton Compton Editori, pagine 288, 5,90
euro.

Tra meno di due mesi saranno quarant’anni dal primo e unico trionfo della
nostra squadra di Tennis in Coppa Davis. Dal 17 al 19 dicembre del 1976 i
nostri Barazzutti, Bertolucci, Panatta e Zugarelli - in rigoroso ordine
alfabetico - vinsero 4-1 in Cile portando finalmente l’insalatiera nei
nostri confini. Una trasferta travagliatissima, come è noto, per il
terribile regime instaurato in Cile che spinse molte forze politiche a
chiedere il boicottaggio della finale, opposizione che venne poi superata
grazie anche all’instancabile operato del capitano della squadra, Nicola
Pietrangeli. Una splendida annata - che si era aperta nel segno di Adriano
Panatta, vincitore agli Internazionali del Foro Italico e poi al Roland
Garros - che viene ricostruita in questo dettagliato libro di Lorenzo
Fabiano, che già ci aveva favorevolmente colpito nelle sue precedenti opere, sul duello
sciistico tra Stenmark e Thoeni e sulla trasferta vincente (la prima del
nostro calcio) della nostra Nazionale a Wembley, firmata da Capello.
Cresciuto evidentemente nel mito dei grandi campioni degli Anni Settanta,
e tennista lui stesso, Fabiano ci regala una bella full immersion in quel
magico 1976 della nostra racchetta, che stava conoscendo il suo momento di
maggiore popolarità, ripercorrendo il cammino che portò l’Italia a battere
- prima del Cile - Polonia, Jugoslavia, Svezia, Gran Bretagna e Australia,
facendoci rivivere quei tempi e quei personaggi che ci sembrano ormai così
lontani. Molto spazio è dedicato giustamente alle vicende cilene, e
all’operato della nostra ambasciata in quegli anni molto particolari, interessanti
le interviste finali ai protagonisti, tra i quali anche Jaime Fillol, il
numero 1 della squadra cilena. Con una commossa prefazione di Lea
Pericoli, tra i pochi giornalisti presenti alla finale di Santiago.
COPPA DAVIS 1976, una storia italiana; di Lorenzo Fabiano, Edizioni Mare
Verticale, 324 pagine, 20 euro.


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