La storia della Premier League e ascesa e caduta di un asso del ring

Il romanzo del campionato più bello del mondo: dal 1888 all'era di Guardiola e Klopp, protagonisti e storie del calcio inglese. E poi la vita spericolata di Kid Pembelè, campione sul ring, un po' meno nella vita
La storia della Premier League e ascesa e caduta di un asso del ring
Massimo Grilli
4 min

Che la Premier League sia il campionato più bello del mondo sono in molti ormai a pensarlo, per la sua spettacolarità, il gioco sempre teso a offendere più che a difendere, la forza dei suoi interpreti in campo e in panchina, ma anche per la sensazione che regala di una eventuale e clamorosa sorpresa sempre possibile, come il romanzesco trionfo del Leicester di Claudio Ranieri - roba di tre anni fa - sta lì a dimostrare. Qui da noi mancava un libro che ne raccontasse in modo completo la storia e il bravo Nicola Roggero ha colmato questa lacuna con lo scrupolo e la passione che gli riconoscono chi segue le sue telecronache su Sky (anche se avremmo apprezzato qualche foto e soprattutto un po’ di tabelle riassuntive, magari un semplice albo d’oro). Si parte nel 1888, quando William McGregor, commerciante di stoffe di Birmingham, stanco per l’ennesima amichevole del suo Aston Villa saltata all’ultimo momento per l'assenza improvvisa degli avversari, decise di dare vita, con i club più prestigiosi dell’isola, alla Football League e ad una stagione sportiva che prevedesse partite di andata e ritorno con classifica finale che avrebbe premiato la squadra che avesse vinto più partite. In Inghilterra si giocava già la celebre F.A. Cup, e il nuovo torneo (dodici squadre ai nastri di partenza, senza quelle di Londra…) partì tra mille dubbi e si concluse con il trionfo del Preston North End (attualmente gioca nel Championship, la serie B inglese). La nuova formula invece conquistò rapidamente l’interesse degli appassionati, e Roggero racconta in modo semplice e divertente l’espansione di questo campionato, volando dai gol a ripetizione di Dixie Dean (bomber atomico dell’Everton) capace di segnare 349 reti negli Anni Venti, agli sprint di Salah, neo-campione d’Europa con il Liverpool, passando per l’epopea delle grandi squadre (il Manchester United, il Liverpool, l’Arsenal di Wenger) i grandi tecnici (Chapman, Busby, Clough, Shankly, Ferguson, ora Guardiola e Klopp) i suoi campionissimi (Billy Wright, Matthews, Best, Giggs, Beckham, Ronaldo) senza trascurare le grandi tragedie (dal volo spezzato dello United ai morti di Hillsborough), l’invasione italiana (Vialli, Conte, Mancini, Ranieri…) e il lato selvaggio degli hooligans. Un gran bel romanzo, alle cui puntate assistiamo ogni settimana, senza annoiarci mai.
PREMIER LEAGUE, il racconto epico del calcio più entusiasmante di tutti i tempi; di Nicola Roggero, Rizzoli Editore, 335 pagine, 18 euro.

Chissà dove si troverà ora Kid Pambelè, in quale bettola della Colombia racconterà forse le sue gesta, a un pubblico sempre più distratto. Antonio Cervantes, questo il vero nome del protagonista di questo libro, è stato campione del mondo nella categoria dei welter junior dal 1972 al 1976 e dal 1977 al 1980, riconosciuto dall’Internacional boxing Hall of Fame come uno tra i più grandi pugili di ogni tempo, il più forte di sempre in Colombia, come lo designò nel 2000 la federazione pugilistica locale. Nel suo Paese una vera icona, tanto che si racconta questo aneddoto: un giorno, a una riunione di colombiani a Madrid, Gabriel Garcia Marquez fu accolto così: “E’ arrivato l’uomo più importante della Colombia”. E allora Marquez, voltandosi come se stesse cercando con gli occhi qualcuno, rispose: “Dov’è Pembelè?". Micidiale sul
ring, dove vinse 91 incontri dei 106 affrontati, fragile fuori dalle corde: di quanti pugili si racconta la vita e la carriera con questa dolorosa sintesi? Il nostro Kid - ora settantatreenne - non fa eccezione, le sue trasgressioni sono famose quanto i suoi incontri. Per raccontare questo estroso personaggio, l’autore del libro, Alberto Salcedo Ramos, tra i più celebrati esponenti del giornalismo narrativo del Sudamerica, ha impiegato due anni, trascorsi a inseguire il pugile (e alla fine, a litigarci) e ad intervistare chi lo ha conosciuto bene. Dalla moglie all’amante, dagli avversari ai medici, dai colleghi giornalisti ai suoi manager, dal tassista che lo colpì con una mazza alla donna che gli lanciò una zuppa bollente: una carrellata straordinaria di personaggi, a volte esagerati, altri solo strampalati, a far da coro alle gesta di un mito in eterno e precario equilibrio tra la gloria e il fallimento.
L’ORO E L’OSCURITA’, di Alberto Salcedo Ramos; Alessandro Polidoro Editore, 201 pagine, 15 euro.


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