Vita e imprese di Roberto Baggio e Vittorio Pozzo, protagonisti del nostro calcio.

Le prodezze e la capacità di risorgere dagli infortuni di Roberto Baggio, uno dei talenti più cristallini del nostro calcio. E poi vita e trionfi di Vittorio Pozzo, unico Ct ad aver vinto due Mondiali.
Vita e imprese di Roberto Baggio e Vittorio Pozzo, protagonisti del nostro calcio.
Massimo Grilli
4 min

Gli applausi, la partecipazione popolare, le parole mai banali. Il Festival dello sport di Trento dei giorni scorsi ha confermato, se mai ce ne fosse stato bisogno, quanto ancora Roberto Baggio sia una figura importante nel nostro panorama sportivo. Per quello che ha dato in campo, per la lezione di abnegazione e spirito di sacrificio - di resilienza, si direbbe di questi tempi - che ha contrassegnato il suo percorso di uomo e di atleta, capace di rialzarsi regolarmente dopo i tanti e pesanti infortuni che ha dovuto sopportare. Questo libro arriva quindi perfettamente in tempo per chi voglia rinfrescare la conoscenza del talento di Caldogno. Con passione e affetto, l’autore ribadisce la carriera del nostro, dal primo storico provino con il Vicenza immortalato dalla frase di Rondon, giocatore biancorosso che ebbe la fortuna di assistere a quella partitella («Mister, questo lo dobbiamo prendere per forza», disse subito) all’approdo alla Fiorentina, e poi Juventus, Milan, Bologna, Inter, Brescia. Pagine e pagine sono naturalmente dedicate al rapporto di Baggio con la Nazionale, tra prodezze (quei gol alla Nigeria nel 1994 che ci evitarono l’eliminazione negli ottavi di finale), lacrime (l’indimenticabile rigore sbagliato nella finale con il Brasile, sempre nel ’94) e rabbia, dopo la mancata convocazione del 2002. E poi la sua spiritualità, le parole di chi lo ha frequentato o ci ha giocato insieme, come Bergomi, tutto accompagnato dagli splendidi disegni di Cesare Righi, a ricordare su carta le tante prodezze del grande Roby.
ROBERTO BAGGIO, il Divin Codino, un calciatore diventato sentimento; di Fabio Fagnani, Diarkos editore, 287 pagine, 16 euro.

Un altro personaggio del nostro calcio di cui si è parlato molto nei giorni scorsi è Vittorio Pozzo, di cui Roberto Mancini ha appena eguagliato la striscia di nove vittorie consecutive, record per la nostra Nazionale. Come anche il nostro Ct ha più volte sottolineato, Vittorio Pozzo, morto nel 1968 a 82 anni, resta il Commissario Tecnico più vincente nella storia dell’Italia, grazie ai due mondiali vinti - nel 1934 e 1938, e i due trionfi restano un primato ancora ineguagliato nella storia del torneo iridato - con in mezzo il primo posto alle Olimpiadi di Berlino del 1936, unica medaglia d’oro del nostro calcio. Ci pare giusto quindi rispolverare questo volume, uscito qualche mese fa, dove Mauro Grimaldi, con la competenza e l’attenzione dello storico - imperdibile il suo libro sulle origini del calcio a Roma, “Roma sparita Football Club” - ha ricostruito le vicende sportive e umane di questo uomo poliedrico - fu anche giocatore, dirigente di club, segretario della Federazione e in periodi diversi acuto giornalista, soprattutto sulle colonne de “La Stampa” - che ebbe la forza e la capacità di proiettare il calcio italiano ai vertici del mondo del pallone. «Un uomo del suo tempo - lo descrive Grimaldi nella prefazione - con un forte spirito nazionalista che non mancò di trasferire ai suoi giocatori». Ecco, Pozzo fu capace di trarre il massimo dai suoi campioni (gente come Meazza, Piola, Combi, Ferraris IV, Monzeglio..) e proprio il rapporto particolare che ebbe con i giocatori del suo tempo - fu sempre lui, a dover fare il riconoscimento delle salme del Grande Torino, dopo la tragedia del 1949 - resta probabilmente il segno distintivo del suo modo di interpretare il ruolo di allenatore, più ancora dell'amato “Modulo”. Un protagonista anche discutibile, per la sua inevitabile vicinanza con il mondo fascista (non prese però mai la tessera del PNF) e anche per certi versi ingombrante (restò alla guida della Nazionale fino al 1948, quando ormai il rapporto era logoro da tempo, ma la Federazione non aveva altri nomi
del suo livello a cui affidare gli azzurri) che sicuramente meritava un libro così.
VITTORIO POZZO, storia di un italiano; di Mauro Grimaldi, Edizioni Eraclea, 320 pagine, 15 euro.


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