Gli eroi dell'altro calcio e una conversazione sulla (ex) Jugoslavia

Protagonisti dell'altro calcio: da Piovani a Malusci, da Igor Protti a Ciocci, gli anni Ottanta e Novanta rivissuti attraverso le imprese (magari durate un solo giorno) di alcuni (bravi) comprimari del pallone; e poi Sergio Tavcar, celebre telecronista di TeleCapodistria, e la (sua) Jugoslavia: campioni e guerre tra storia e sport.
Gli eroi dell'altro calcio e una conversazione sulla (ex) Jugoslavia
Massimo Grilli
4 min

(Furio Zara) Igor Protti che fu capocannoniere in A, B e C (record italiano) e che aspettò invano una telefonata del ct della nazionale Sacchi. La bandiera del «Pio» Piovani (sosia di Jean Pierre Papin) che sventolò per undici gloriose stagioni a Piacenza. Massimo Ciocci che aveva le movenze di Butragueno e in un campionato a Cesena segnò la bellezza di 15 reti, ma questa cosa non se la ricorda nessuno. Carlo Perrone che un giorno sfogliando il giornale si fermò sulla riga dove Gianni Brera - il grande Gianni Brera - faceva il suo nome per la nazionale. Oberdan Biagioni che girò l’Italia e qualcosa di più avrebbe potuto farlo, lo sa bene anche lui. L’elegantissimo Alberto Malusci che con la maglia della Fiorentina giocò una finale di Coppa Uefa a soli diciassette anni e rimase giovane per sempre. Sono solo alcune delle belle storie che Giovanni Fusco racconta in «L’altro calcio - Anni Ottanta e Novanta» (edizioni Ultrasport), un bel ripasso del calcio di quel periodo, dentro la bolla di un mondo che oggi non esiste più. Fusco celebra questi personaggi minori con encomiabile passione e con la deferenza che si deve a chi - pur non essendo ballerina di prima fila - ha contribuito a fare in modo che lo spettacolo fosse godibile. Non sono campioni, ma comprimari. Proprio per questo - però - portano in dote quell’autenticità che oggi rimpiangiamo, una piccola grande verità che ha fatto innamorare del pallone tutta quella generazione che gli anni ’80 e ’90 li ha attraversati col passo leggero della gioventù.
L’ALTRO CALCIO, anni Ottanta e Novanta; di Giovanni Fusco, edizioni Ultra Sport, 107 pagine, 12,50 euro

Chi ha una certa età - ed anche se non può definirsi un esperto di Basket - non può non conoscere la figura di Sergio Tavcar, mitico telecronista di Tele Capodistria (ci lavora dal 1971 ed è in pensione da poco), una delle pochissime Tv che negli Anni Settanta potevano essere intercettate dalle nostre antidiluviane televisioni per guardare quegli avvenimenti sportivi internazionali che la Tv di stato trascurava. Di Tele Capodistria Tavcar era soprattutto la voce della pallacanestro - ha formato poi con Dan Peterson una delle coppie più affiatate dello sport televisivo - ma la sua conoscenza sportiva non ha praticamente confini, dal calcio, naturalmente, al tennis, dal nuoto all’atletica leggera. In questo libro-intervista, Tavcar si fa stimolare da Marco Ballestracci - appassionato di ciclismo e autore di interessanti libri a sfondo sportivo, come “I guardiani” e “L’ombra del Cannibale” - per un affascinante viaggio nella storia e nello sport della Jugoslavia. E non a caso, la conversazione si svolge in un bar di Opicina, il maggiore centro abitativo del Carso alle porte di Trieste, storicamente punto di confluenza di tante strade di opposta provenienza balcanica (da lì partiva anche la strada che conduceva a Vienna). Dal suo osservatorio privilegiato di cittadino al “confine del mondo” («sono nato nella Trieste della Zona A, amministrata dagli Alleati; per questo non posso dire d’essere nato italiano; dal punto di vista culturale e linguistico sono senza dubbio sloveno ma la mia capitale di riferimento resta Vienna…») Tavcar spazia dall’antropologia alle vittorie nello sport, da Mihajlovic a Cosic, dagli incidenti di Partizan-Dinamo ai faticosi equilibri contemporanei. Un prezioso excursus su questa terra bellissima e tormentata, patria di grandi nazionali e campioni inarrivabili. Con una utilissima appendice per ricostruire e ricordare i fatti degli ultimi trent’anni.
LO SPORT E IL CONFINE DEL MONDO, di Sergio Tavcar e Marco Ballestracci; Edizioni Mattioli 1885, 110 pagine, 16 euro.


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