Il Calcio negli anni della Guerra e Senna, un uomo alla ricerca della felicità

Da Weisz a Rava, campioni e leggende, eroi e vittime: il calcio negli anni della Seconda Guerra mondiale; e poi il romanzo di Senna, un campione e un uomo alla ricerca della felicità
Il Calcio negli anni della Guerra e Senna, un uomo alla ricerca della felicità
Massimo Grilli
5 min

Strade deserte, poca gente in giro, code per entrare nei supermercati, lo sport che si ferma. Quante volte lo abbiamo sentito ripetere in questa triste parentesi della nostra vita, “sembra di stare in guerra”? E allora, tra le letture che possiamo consigliare in questi giorni da trascorrere forzatamente in casa, viene a proposito questo bel libro di Tavella sul calcio italiano durante la seconda guerra mondiale. Si comincia dal 1938, anno memorabile per il nostro sport, con l’Italia di Pozzo che va a vincere il titolo mondiale in Francia, bissando il successo ottenuto in casa quattro anni prima. Ma il 1938 è anche l’anno dell’introduzione delle leggi razziali fasciste, di cui anche lo sport pagò un conto molto salato, come dimostrano, tra le altre, le vicende di due allenatori tra i più celebri, Arpad Weisz (che poi trovò la morte ad Auschwitz) ed Erno Erbstein, costretti improvvisamente ad abbandonare l’Italia. Con grande passione e scrupolo da ricercatore, Tavella ci racconta gli anni della guerra e quelli subito successivi (spingendosi fino al 1949, contrassegnato dalla tragedia di Superga) seguendo in parallelo le vite e le prodezze di alcuni dei campioni più celebrati del tempo, molti dei quali impegnati anche in prima linea. Da Rava, terzino sinistro della Juventus e della Nazionale, che andò volontario a combattere in Russia, a Valentino Mazzola, marinaio ed emblema di quello che sarebbe diventato il Grande Torino (straordinaria una sua foto scattata subito dopo la liberazione della città, con l’attaccante circondato da alcuni partigiani tifosi, lui in tenuta da calciatore e gli altri con il mitra ben visibile in spalla), da Eraldo Monzeglio, campione del mondo e molto vicino a Mussolini, che scampò per poco alla morte per fucilazione, a Michele Moretti, il partigiano ex terzino del Como che sparò al Duce. E poi Meazza, Piola, Gabetto, Ossola, Pozzo… Un libro da non perdere, con chiosa finale: se la seconda guerra mondiale costrinse alla resa il calcio solo nel 1943 (e anche fino alla ripresa ufficiale, nel ’45, non si smise mai di giocare a pallone, con sfide e campionati a livello locale), il Covid-19 ha impiegato meno di un mese per mettere in ginocchio noi e lo sport più amato. Sperando di poter presto rivedere la luce.
SFIDA PER LA VITTORIA, la straordinaria storia del calcio italiano durante la Guerra e il fascismo; di Renato Tavella, Newton Compton Editori, 255 pagine, 9,90 euro.

Ricordo bene quel primo maggio del 1994, la chiamata nel pomeriggio dal giornale (“il Direttore Cucci vuole fare una edizione straordinaria, sei disponibile?”), la corsa in Piazza Indipendenza, il lavoro veloce, con un groppo in gola che non voleva saperne di scomparire. Perché Ayrton Senna - la cui tragica morte nel circuito di Imola ci aveva spinto appunto a lavorare anche in un giorno di festa - era uno di quegli sportivi il cui peso “globale” superava anche il suo valore di campione di Formula 1. Un simbolo, un’icona, un dio - che pensavamo immortale - a cui tutti potevamo fare riferimento, e la cui improvvisa scomparsa creò un vuoto non solo tra gli appassionati di automobilismo. Un po’ quello che è successo recentemente alla morte di Kobe Bryant. Valeria Biotti - collaboratrice del nostro giornale - ricorda bene quella volta che, aveva solo 7 anni, vide in televisione il pilota brasiliano, sul podio insieme con Lauda e Prost, e quel giorno tradì il suo amato Bruno Conti per il pilota in tuta nera, decidendo «che avrebbe voluto essere come lui: uno che morde la strada, che la divora», seguendo così gli insegnamenti del padre, che le aveva detto «che la propria vita la si scrive stringendo in mano il volante, e non chiedendo a qualcun altro di esserne l’autista». A distanza di anni, ha voluto misurarsi attraverso le parole con l’uomo Senna, più che con il campione, regalandoci un libro affascinante e commosso, in cui dà vita con la sua fantasia a un coro di voci che ci regala frammenti della vita e della carriera sportiva di Ayrton. Ecco quindi i piloti, da Barrichello a Tarquini a Prost, ecco il responsabile del servizio medico in quel Gran Premio di San Marino che stringe in mano il casco del pilota e non se ne vuole disfare prima di capire come «abbia lasciato entrare anzitempo la morte», ecco una delle sue compagne più famose, Carol Alt, e ancora giornalisti, ingegneri di pista, semplici amici. Ciascuno con il proprio episodio da ricordare, fosse il campionato di Kart oppure una storia d’amore interrotta troppo presto, a ricostruire una storia - quella di Senna - che si «intreccia con le grandi domande della vita e dell’uomo. Con l’imprescindibile corsa senza resa alla ricerca della felicità. L’unica cosa che ha davvero senso e che lo accomuna a tutti noi».
AYRTON SENNA, un dio immortale alla ricerca della felicità; di Valeria Biotti, Diarkos Editore, 217 pagine, 17 euro.


© RIPRODUZIONE RISERVATA