Una storia del calcio argentino e 20 itinerari per il ciclista curioso

La storia del calcio argentino, dagli inizi "inglesi" al trionfo di Maradona; e poi Cassani ci guida (in bicicletta) tra le bellezze nascoste del nostro Paese
Una storia del calcio argentino e 20 itinerari per il ciclista curioso
Massimo Grilli
4 min

Osvaldo Bayer fu scrittore, sceneggiatore, giornalista e storico argentino, alcune sue opere sono considerate - a due anni dalla sua scomparsa - pilastri della storiografia di questo paese sudamericano. Qui però si occupa di calcio, cosa che Osvaldo Soriano - che di pallone e letteratura si intendeva - non trova nella sua prefazione per nulla strano, perché «per quanto possa sembrare esagerato - scrive l’autore di “Pensare con i piedi” - nel rettangolo verde si porta in scena l’imprevedibile dramma della vita, e Bayer ci parla di questo». Dunque ci troviamo di fronte ad una bellissima storia del calcio argentino, nata come raccolta di appunti per la sceneggiatura di un documentario sul fùtbol, andato in onda nel 1990, scritta con il piglio dello storiografo, con un punto di vista inevitabilmente orientato sulle dinamiche materiali della società argentina. Ecco quindi i padri fondatori del calcio argentino, quei gentleman inglesi proprietari di ferrovie ed “estancias”. Nel 1867 la prima partita, a Buenos Aires (ma si trovarono solo sedici giocatori, per un inedito 8 contro 8), nel 1893 viene fondata l’Argentine Associated Football League. Ad un calcio di stampo anglosassone rispondono i locali, il primo club “di casa” è l’Argentinos de Quilmes. Lo sport si “creolizza”, diventa fenomeno popolare, la nazionale arriva seconda alle Olimpiadi del 1928 e soprattutto nel primo Mondiale della storia, due anni dopo. Bayer racconta con un pizzico di nostalgia l’evoluzione del calcio argentino attraverso i suoi campioni, dal mitico Bernabé Ferreyra alla “Machina” del River Plate, stigmatizzando l’arrivo del professionismo e lo sfruttamento politico del pallone, che ebbe il suo culmine nel Mondiale casalingo del 1974, con il trionfo bissato nel 1986 in Messico, quando si chiude il libro. «Il calcio è un gioco capitalista - scrive Bayer - perché si richiede sempre il rendimento, l’affanno di vincere, la superiorità. Ma è un gioco socialista, perché c’è bisogno dello sforzo di tutta la squadra, del mutuo aiuto per ottenere il trionfo». Nella ricerca comunque costante dei momenti di ribellione del calcio stesso, come fu in Messico la “Mano de Dios” di Maradona, una beffa proprio all’Inghilterra.
FUTBOL, una storia sociale del calcio argentino; di Osvaldo Bayer, Alegre Edizioni, 165 pagine, 14 euro.

E’ bella l’idea della bicicletta come “punto di vista”, di un ciclismo che non sia quindi solo uno sport o un mezzo di trasporto, ma anche un modo di vedere le cose, una «lente di ingrandimento straordinaria sul mondo, capace di farci vedere cose che altrimenti non noteremmo», come asseriscono gli autori nella prefazione, prendendo poi a prestito una massima del grande Eddy Merckx: «Fai una strada in auto e ti fai un’idea, ripercorri la stessa strada in bici e cambi quell’idea». Ecco, da qui deve essere partita l’idea di questo libro, esauriente e godibilissimo, scritto da due autentici appassionati delle due ruote, come l’ex professionista - e Ct della Nazionale maschile élite di ciclismo su strada - Davide Cassani e Giacomo Pellizzari, giornalista, scrittore e naturalmente appassionato ciclista. Facendo proprio l’azzeccato titolo, i due hanno pensato al ciclista curioso, che sia interessato non solo ai chilometri percorsi nella sua escursione, ma anche alle storie locali, alle tradizioni, ai monumenti che meritano un sopralluogo. E così hanno selezionato diciannove itinerari italiani (più uno che sconfina in Austria), divisi in cinque sottogruppi (Prime gambe, Panoramiche, Nascoste, Storiche e Misteriose), trasportandoci dalle Alpi alla Sicilia, dovunque cioè ci sia qualcosa da scoprire, fosse una chiesetta o un lago e un borgo poco conosciuto, con il ritmo e il giusto tempo che solo la bicicletta può regalare. Non solo le salite celebrate dai campioni, ma anche i percorsi poco battuti che però nascondono sorprese. Dal mitico Poggio di Sanremo alla via Francigena, dal Parco dell’Etna ai grandi laghi lombardi, venti tappe con schede dettagliate (fatica richiesta, chilometri, il dislivello, le cose da vedere e, soprattutto, da assaggiare) a formare una singolare “guida della bellezza”, come la chiama Gianni Mura, grandissimo cantore del ciclismo, nella sua bellissima prefazione.
IL CICLISTA CURIOSO, scoprire pedalando angoli e scenari meravigliosi d’Italia; di Davide Cassani con Giacomo Pellizzari, prefazione di Gianni Mura; Rizzoli Editore, 316 pagine, 18 euro.


© RIPRODUZIONE RISERVATA