La storia del primo club di tifosi della Fiorentina e la vita e la carriera di Steffi Graf

I primi anni della Fiorentina visti dalla parte dei tifosi: il primo club, le bandiere, le trasferte, gli inni. Un storia viola di (quasi) un secolo fa. E poi i trionfi e le timidezze di una delle più grandi tenniste della storia, Steffi Graf
La storia del primo club di tifosi della Fiorentina e la vita e la carriera di Steffi Graf
Massimo Grilli
4 min

Una trasferta di 40 ore, tra andata e ritorno, per andare a vedere la Viola (che giocava a Bari, mica al Polo Nord), enormi megafoni da sfoggiare allo stadio, la prima bandiera… Un libro bellissimo, di grande formato, che racconta le vicende del primo club (l’Ordine del Marzocco, che prendeva il nome dal leone simbolo di Firenze) dedicato ai sostenitori della Fiorentina, società nata nel 1926 dalla fusione tra il Club Sportivo e la Libertas. Tra canzoni, risse con i tifosi avversari, assalti agli arbitri, le prime dieci stagioni dei biancorossi presto diventati viola (le maglie cambiarono colore nel 1929) raccontate da Filippo Luti con lo scrupolo dello storico e la medesima passione che animava quasi cento anni fa i frequentatori del Bar degli Sportivi dei fratelli Grappolini. La prima trasferta di massa, a Prato, poi dopo un anno finalmente il primo esodo fuori regione (a Terni, 150 tifosi in treno, un viaggio di sei ore e mezza…), il convoglio speciale inaugurato per raggiungere il campo neutro di Modena, i duemila coraggiosi che invadono Bologna nel 1932, con annesse turbolenze tra tifosi, la prima trasferta in aereo (destinazione Napoli), i 6000 appassionati che nel 1935 trovano posto a Roma nel mitico campo Testaccio, inseguendo quel sogno scudetto che svanirà solo all’ultima giornata. E poi gli striscioni, i tifosi sugli alberi e pure sulle gru dello stadio in costruzione, la prima coreografia (nel 1929, contro la Juventus, con i tifosi muniti di un apparecchietto che imitava il frinire del grillo, nuovo simbolo della squadra), i tremila che nell’agosto del ’32 aspettano, alla stazione di Santa Maria Novella, il rientro dalle vacanze (!) del primo grande bomber viola, l’argentino Petrone, e quando proprio non era possibile seguire in trasferta la squadra, le attese davanti al bar che una mano segnasse su una lavagna appesa sulla porta il risultato. Il racconto di una passione eterna, così diversa ma così uguale rispetto ai nostri tempi, accompagnata da un corollario straordinario di foto, vignette, memorabilia di quei tempi.
L’ORDINE DEL MARZOCCO, storia dei primi tifosi della Fiorentina (1926-1935); di Filippo Luti, in collaborazione con Duccio Baldassini, Geo Edizioni, 206 pagine, 25 euro.

Una campionessa del mondo timida, a volte fin troppo introversa, silenziosa e collezionista di record. Così a Elena Marinelli appare in questo bel libro Steffi Graf, splendida atleta dal dritto micidiale, una delle pochissime tenniste che può competere per il titolo di più forte giocatrice della storia con Serena Williams (ha vinto un Major di meno, 22 contro 23, ma la tedesca a differenza di Serena può vantare il Grande Slam, ottenuto nel 1988, suo anno perfetto, quando per non farsi mancare nulla vinse anche alle Olimpiadi). La storia di una predestinata, per 377 volte numero uno del mondo, sempre così discreta, che non dava mai l’impressione di divertirsi troppo su un campo da tennis, forse troppo stretta dai legacci in cui l’aveva chiusa il padre Peter (“regola numero uno: in campo non farti vedere mai”), che vinceva con un aplomb da gesti bianchi, senza urlare al mondo o alle avversarie. Una vita comunque da romanzo, quella della campionessa di Mannheim, dal 2001 signora Agassi, cominciata tra i cocci dei lampadari del soggiorno, infranti dalle prime palline scagliate dalla piccola Steffi, e conclusa con lo splendido lieto fine della vittoria al Roland Garros del 1999 su una inviperita Hingis, ma anche il ricordo del primo torneo da professionista, a 14 anni, quando la scambiarono per un raccattapalle, e l’odio iniziale per i prati di Wimbledon, dove invece avrebbe poi trionfato per sette volte, più che negli altri grandi tornei. Sullo sfondo, una generazione di tenniste straordinaria e forse irripetibile. Basti pensare alle avversarie che la Graf ha dovuto affrontare in carriera: Evert, Navratilova, Sabatini, Seles, Sanchez, Martinez, Hingis… Che tempi, quei tempi.
STEFFI GRAF, passione e perfezione; di Elena Marinelli, edizioni 66THA2ND, 236 pagine, 17 euro.


© RIPRODUZIONE RISERVATA