I gol più belli del Napoli e lo scudetto di guerra dello Spezia

Una carrellata pirotecnica tra i gol più belli e più importanti in un secolo scarso di Napoli; e poi la ricostruzione della storica impresa dei Vigili del Fuoco di La Spezia, nel 1944
I gol più belli del Napoli e lo scudetto di guerra dello Spezia
Massimo Grili
4 min

E’ una bella carrellata di emozioni in salsa azzurra, questo libro di Esposito Sirio, che ha scelto - accompagnandoli con azzeccati ritratti di suo pugno - i gol più belli e importanti di un secolo scarso di calcio Napoli. «Il gol ha un’anima - scrive il nostro Antonio Giordano nella prefazione - è un frammento di vita calcistica, una cartolina della memoria che riemerge puntualmente e inaspettatamente e resta lì, senza neanche apparire ingiallita…». Si comincia con un omaggio a Giorgio Ascarelli, il primo presidente della storia del Napoli, che volle costruire anche un nuovo impianto, lo “stadio Vesuvio”, completato (altri tempi…) in soli sette mesi. E poi si parte con la cavalcata dei gol, con la prima prodezza, opera di un terzino brasiliano naturalizzato italiano, Paulo Innocenti detto Pippone per la dimensione del suo naso, unica consolazione nella scoppola incassata contro il Genoa (1-4) il 17 ottobre 1926. E poi la prima storica vittoria, la prodezza di Buscaglia che nel ’29 valse il primo successo contro la Juventus, e poi, tra gli altri, Vojak, Jeppson, Vinicio, Sivori, Altafini, Juliano, Savoldi, Maradona (a cui è dedicato uno spazio speciale), Giordano, Careca, Zola, Lavezzi, Cavani, Higuain, Mertens, Insigne, fino ad arrivare a Osimhen, protagonista nel poker rifilato pochi mesi fa all’Atalanta. Insomma, compaiono in questa cavalcata tutti i grandi cannonieri (ma non solo, ci sono anche Bruscolotti, Alemao, Cannavaro…) che hanno lasciato un segno tangibile nella storia del Napoli. A chiudere le interviste dell’autore a due protagonisti rimasti nel cuore dei tifosi partenopei, Canè e Gianni Improta.
I GOL AZZURRISSIMI, i gol più significativi e belli realizzati dai campioni che hanno indossato la maglia azzurrissima del Napoli, dal 1926 a oggi; di Giuseppe Esposito Sirio, Edizioni Mea, 152 pagine, 15 euro.

Le piccole imprese dello Spezia di Italiano, capace con gli ultimi risultati di allontanarsi dalla zona minata della classifica, hanno riportato alla mente la gloriosa stagione dei Vigili del Fuoco della città ligure, che in un’Italia ancora martoriata dalla guerra e divisa in due, conquistarono clamorosamente il cosiddetto Campionato di guerra del 1943/44. Napoletano, che su La Spezia e sul suo calcio ha già scritto libri importanti e che per primo riaccese la speranza per quello scudetto “dimenticato”, ricostruisce quei mesi con attenzione e competenza. La decisione della Federcalcio di organizzare comunque un campionato, pur necessariamente dovendo escludere le squadre al di sotto di Roma, la decisione della vecchia società spezzina di appoggiarsi alle forze - anche economiche - del Gruppo Sportivo del 42º corpo dei Vigili del Fuoco, la ricostruzione del campionato, che vide alla fine prevalere lo Spezia in un girone finale contro il Venezia e soprattutto il Torino dei vari Loik, Gabetto, Valentino Mazzola, con un rinforzo del valore di Silvio Piola e Vittorio Pozzo in panchina. Ebbene, quello squadrone granata fu sconfitto 2-1 dai Vigili del Fuoco, che invece pareggiarono 1-1 con il Venezia. Splendide le pagine sulla costruzione della squadra, dal presidente - Coriolano Perioli, che volle fortemente quell’avventura - alla scelta di un allenatore come Ottavio Barbieri, già Nazionale e vincitore di scudetti con il Genoa, artefice del “mezzo sistema” come tattica di gioco, bravo a costruire con i calciatori del posto e qualche rinforzo di valore - da Livorno, Napoli, Genoa - un autentico gruppo di ferro, che il grande Nereo Rocco, avversario degli aquilotti con il Padova, descrisse così: «I Vigili non facevano complimenti, difesa con sei terzini a rompere e uno a spazzare. Una squadra che marcava stretto alle gambe». E poi la lunga battaglia a forza di documenti e ritagli di giornale, per dare a quella squadra un riconoscimento ufficiale da parte della federazione, cosa che arrivò - almeno in parte - nel 2002 sotto forma di una medaglia d’oro al merito sportivo e di uno scudetto con cui fregiare “per sempre” le maglie bianche. Ma chissà, forse su quel campionato non è stata ancora detta l’ultima parola.
LO SCUDETTO DELLO SPEZIA, storia della vittoria dei Vigili del Fuoco del 1944 e del presidente che diede vita al sogno; di Armando Napoletano, prefazione di Gianfelice Facchetti, Edizioni Giacché, 152 pagine, 13,90 euro.


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