L'estate di Maradona al Napoli e tutti i numeri del tennis

Storia di una trattativa "impossibile", il romanzo del passaggio di Maradona dal Barcellona al Napoli; e poi l'almanacco del tennis, con tutti i risultati del 2020
L'estate di Maradona al Napoli e tutti i numeri del tennis
di Massimo Grilli
6 min

I libri come andrebbero sempre scritti, i giornali come erano fatti un tempo. Franco Esposito, giornalista vero dalla penna acutissima, ha vissuto in pieno da cronista, prima al Mattino poi al Corriere dello Sport, l’avventura - perché di autentica avventura si trattò - di Diego Armando Maradona in Italia, con tutti i prodigi e gli eccessi inevitabili del connubio tra la stella argentina e una città passionale ed esagerata come Napoli. In questo splendido libro ha voluto regalarci il suo punto di vista assolutamente originale della materia, perché quasi interamente incentrato sull’incredibile ed estenuante trattativa che portò il club di Ferlaino ad acquistare dal Barcellona il numero uno del calcio mondiale degli Anni Ottanta. Si comincia nel giugno del 1978, da una telefonata di Gianni Di Marzo, a quei tempi allenatore del Napoli, all’amico giornalista, perché ha appena scoperto - è in Argentina per le partite del Mondiale, quello del Colonnelli - un talento straordinario di 17 anni («non hai idea, va oltre ogni immaginazione»), pregando Esposito che ne parli con il suo presidente, Ferlaino, perché è un affare che si può concludere per due milioni di dollari («parlane con l’Ingegnere, Diego Maradona stupirà il mondo»). L’acquisto non si fa, Ferlaino non è convinto, e poi le frontiere per i calciatori stranieri sono chiuse, dovrebbe lasciare il giocatore in prestito in Belgio almeno per una stagione, e Diego resta in Argentina, al Boca Juniors. Sei anni dopo, invece, il panorama calcistico - anche il nostro, siamo appena diventati campioni del mondo per la terza volta - è completamente mutato e nell’estate del 1984 si compie il miracolo. Con un ritmo incalzante da spy-story Esposito ci racconta quei torridi mesi, vissuti tra il Canada, New York e Barcellona, inseguendo Maradona e tutte le curve difficili di una trattativa apparentemente impossibile. Attorno alla vicenda ruotano altri attori, protagonisti assoluti come Antonio Juliano, direttore generale del Napoli e gran regista dell’operazione, e Jorge Cyterszpiler, il capelluto manager di Diego, o semplici comprimari, da Bearzot a de Gaudio - team manager dell’Italia Mondiale in Spagna - dal presidente blaugrana Nunez al tassista di New York che si rivela essere anche un allenatore di pugilato, l’altra grande passione di Esposito. C’è spazio naturalmente per i sette campionati napoletani di Maradona, per le sue magie e i suoi vizi, mentre Dario Torromeo rievoca le due grandi feste della Napoli scudettata (1987 e 1990) e i dieci gol di Diego che sono nella storia del calcio. Sullo sfondo, ancora emozionante per chi ha fatto in tempo a viverla, la vita nei giornali prima di Internet: la corsa ai telefoni per dare in redazione la notizia per primi (altro che, “l’ha detto Sky…”), l’adrenalina nel dettare un pezzo a braccio, l'attesa dei lettori alle edicole, il sodalizio con i personaggi minori ma fondamentali (inutile
dire che ora non esistono più) delle redazioni di un tempo, dal capo dei dimafonisti al correttore di bozze, quell’atmosfera di fumo e di vita che sapeva incantare.
NEL NOME DI DIEGO, di Franco Esposito e Dario Torromeo; Absolutely Free Editore, 260 pagine, 15 euro

Una stagione con l’asterisco, l’ha definita argutamente Daniele Azzolini nella sua bella prefazione. In effetti anche il tennis ha pagato un prezzo molto alto alla maledetta pandemia. Tornei rinviati - uno per tutti, il sacro Wimbledon - o trasferiti in altra data, come gli Internazionali di Roma e il Roland Garros che si sono disputati a settembre, per una volta dopo gli Us Open, e poi risultati a volte bislacchi (tranne nei grandissimi appuntamenti, quando contava davvero) e classifiche calmierate. Eppure, il 2020 non è stato un anno banale: ha confermato il dominio sul cemento di Djokovic e sulla terra battuta di Nadal, portato nomi nuovi nell’albo d’oro di grandi tornei (Thiem a Flushing Meadows e Medvedev alle ultime Atp Finals di Londra) e soprattutto sorriso nuovamente ai colori italiani, come dimostra anche la presenza in copertina di Sinner, Sonego e Trevisan. Tutto questo, ma naturalmente anche molto di più, abbiamo trovato ancora una volta - siamo arrivati alla nona edizione - nel super almanacco compilato con la solita passione e cura da Matteo Lumia, sicuramente il libro più completo nel panorama statistico mondiale del tennis. A fronte di un buon numero di risultati “mancanti” - per i tanti tornei saltati - Lumia ha dato per una volta una sforbiciata al numero delle pagine ma ha aumentato i commenti e inaugurato una nuova sezione, quella dedicata alla “Storia del tennis”, con l’approfondimento sui Campionati Italiani assoluti - che nel 2020 hanno ricevuto un nuovo battesimo a Todi - e con la rassegna dei “Tennisti e tenniste da Oscar”. La forza di questo librone - diviso in otto sezioni per orientarsi più facilmente - risiede però come tradizione nei risultati, e qui ci sono davvero tutti: i tornei ATP e WTA, ma anche Challenger, Itf e Junior, le schede dei top cento uomini e donne e dei principali doppisti, i numeri e le statistiche di Coppa Davis, Billie Jean King Cup (l’ex Federation Cup) e ATP Cup. E poi il tennis in carrozzina, gli albi d’oro, le classifiche di fine anno, i confronti diretti, i record, i coach con i loro “assistiti”, i giudici di sedia, le schede di tutte le strutture "politiche" del tennis. Anche quest’anno, insomma, un gran bel lavoro per tutti gli appassionati di tennis. E senza asterischi.
ALMANACCO DEL TENNIS 2021, di Matteo Lumia, foto di Roberto Dell’Olivo, Adelchi Fioriti e Marta Magni; 524 pagine, 20,99 euro. Per acquisti, almanaccodeltennis.it


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