In viaggio negli stadi del mondo e i piloti che hanno sfiorato la Ferrari

Da Barcellona e Rio de Janeiro a Teheran e Beirut: venticinque tappe di un singolare giro del mondo attraverso gli stadi. E poi quando la Ferrari resta una chimera, tutti i piloti che hanno solo "sfiorato" la Rossa
In viaggio negli stadi del mondo e i piloti che hanno sfiorato la Ferrari
Massimo Grilli
4 min

«Poco più di venticinque anni fa ho cominciato a viaggiare per il mondo e non mi sono più fermato». Confessiamo una certa invidia per l’autore di questo libro, studioso di culture giovanili e appassionato di calcio, per la sua curiosità inesausta che lo ha spinto ad allargare i propri confini, a cercare nuovi stimoli in paesi sempre diversi. Una insofferenza verso la stanzialità, che lui stesso descrive come una ossessione, ma che lo ha portato - coniugando alcune delle sue principali passioni - a un libro molto particolare e interessante come questo sugli stadi del mondo. Particolare perché l’autore ha davvero visitato tutti i luoghi che qui descrive - e parliamo anche di posti come la Trasnitria o il Senegal, non proprio dietro l’angolo - interessante in quanto, convinto che gli stadi calcistici riflettano le epoche in cui sono stati costruiti e il contesto storico e sociale dei Paesi dove sorgono, Ferreri va oltre il semplice dato sportivo per raccontarci la società, il popolo che affolla queste cattedrali laiche, i drammi o i trionfi che ne sono stati ospitati. Venticinque tappe - c’è anche spazio per scelte più personali, come il San Paolo di Napoli, ora stadio Diego Maradona, e soprattutto per il “Via del Mare” della sua Lecce - di un viaggio che parte da Upton Park, l’impianto londinese di Londra (ci gioca il West Ham) con la straordinaria vicenda (siamo nel 1994) del tifoso inglese spinto a forza in campo dal tecnico Redknapp con il nome di Tittyshev, fantasiosa speranza del calcio bulgaro. Ci sono naturalmente alcuni degli stadi più famosi, il Camp Nou di Barcellona, El Centenario di Montevideo, il Maracana di Rio de Janeiro, la Bombonera di Buenos Aires, ma anche impianti meno conosciuti come l’Estadio Garcilaso de la Vega di Cuzco in Perù o l’indipendence Stadium di Bakau in Gambia o ancora l’Azadi Stadium di Teheran. Venticinque stadi, ciascuno con la sua storia, sia essa commedia o tragedia.
SUGLI SPALTI, in viaggio negli stadi del mondo. Storie di sport, popoli e ribelli; di Andrea Ferreri, Meltemi Editore, 219 pagine, 18 euro.

Sono i giorni della Ferrari. La presentazione della nuova monoposto, che dovrà cercare di fare meglio - e non dovrebbe essere difficile - di quella deludente del 2020, il Mondiale che scatterà a fine mese, l’attesa per il nuovo pilota, lo spagnolo Carlos Sainz. Parlando proprio di guidatori, capita a puntino questo divertente (e dettagliato) libro, che prende in esame le vicende di quei piloti che sono arrivati molto vicini a guidare la Ferrari ma non ci sono mai riusciti, almeno in competizioni ufficiali, restando quindi a vita, come recita il titolo, “quasi ferraristi”. Si parte da grandi personaggi quali Ayrton Senna, che piaceva molto a Enzo Ferrari (stregato dalle sue qualità tecniche ma non molto convinto del carattere del brasiliano), Hunt, Emerson Fittipaldi, Peterson, e si arriva agli italiani, da Elio De Angelis a Tino Brambilla, passando per i vari Giacomelli, Perez, anche Valentino Rossi, destinato a rimanere una splendida suggestione mai concretizzata. Cisario racconta con dovizia di particolari queste vicende tanto diverse tra loro: storie di contratti quasi firmati, di illusioni presto sfiorite, di giovani talenti e di piloti già affermati, di temporeggiamenti e di impazienze fatali. Un piccolo esercito di “sconfitti”, per un libro che celebra soprattutto il mito di Maranello, che resta ineguagliato, malgrado le recenti delusioni. Perché è vero quello che ripeteva Niki Lauda, due volte iridato con la Rossa: «Tanti corrono in macchina, ma io guido una Ferrari». A chiudere, tutti i piloti della Ferrari in Formula 1 e i ferraristi campioni del mondo, dal primo trionfo, Alberto Ascari nel 1952, all’ultimo, quello di Kimi Raikkonen nel 2007. Un digiuno di quattordici anni che speriamo di interrompere presto.
QUASI FERRARISTI, storie di piloti a un passo dal mito; di Adriano Cisario, Ultra Sport edizioni, 159 pagine, 15,50 euro.


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