I protagonisti della storia del Verona e il volo infinito di Doctor J

La storia del Verona attraverso i suoi protagonisti e poi l'epopea di Julius Erving, il primo campione di basket capace di... volare
I protagonisti della storia del Verona e il volo infinito di Doctor J
Massimo Grilli
4 min

Non è un’enciclopedia del calcio veronese, si affanna a spiegare nell’introduzione il bravo Francesco Caremani, è “soltanto” una sorta di Hall of Fame dei giocatori che hanno lasciato un segno nella storia ultracentenaria dell’Hellas Verona, di quella squadra di provincia cioè nata nel 1903 dalla passione (anche) del professore di greco Decio Cerundolo (da qui il nome Hellas) per diventare una realtà del nostro calcio, capace di conquistare nel 1985 uno scudetto leggendario. Racconto dopo racconto, nel libro di Caremani ci sono tutti gli eroi della storia gialloblù. Quelli che vinsero il campionato, naturalmente, da Bagnoli mago della Bovisa a Elkjaer, che segnò alla Juve calciando con un piede scalzo, da Garella portiere molto anticonvenzionale, a Fanna, Sacchetti, Volpati, poi i giocatori comunque celebri, i vari Zigoni, Mascetti, Adailton, Sirena, Stojkovic, Olivieri - portiere campione del mondo nel 1938 - Levratto, tra i cannonieri più temibili del nostro calcio dei pionieri, che disputò con il Verona solo un campionato di serie B segnando comunque 15 gol in 20 partite, e Luca Toni, tanto per restare in tema di bomber. Trovano spazio poi anche i campioni magari meno conosciuti dalle generazioni più moderne che però hanno avuto un peso rilevante nella storia del Verona, come Luigi Zanetti, che detenne per decenni il record di gol in una stagione - lo stabilì con 19 reti nel 1940/41 - oppure Guido Tavellin, che ha contribuito alla crescita dell’Hellas da giocatore e poi da allenatore. Tante belle storie di calcio e di vita, un omaggio doveroso a una realtà importante del nostro calcio (malgrado una minoranza idiota di pseudotifosi).
HELLAS VERONA, c’è solo un Hellas Verona; di Francesco Caremani, Bradipolibri edizioni, 240 pagine, 18 euro.

«Erving è già in volo. Ha la palla ancora in una mano. Descrive il cerchio in area con il braccio, come un giocatore di pelota basca, in cerca di una soluzione. Vorrebbe servire Dawkins, ma Dawkins non c’è. E allora continua a fluttuare fino all’altro lato del tabellone, dove lo aspetta Chones. Riesce ad anticiparlo ed a tirare prima di rimettere i piedi sul parquet, inciampare su una scarpa di Chones e rotolare a terra. Un uomo al tavolo dei segnapunti dirà che Erving era scomparso dietro ad una muraglia di corpi poi era apparsa una mano… la mano di Julius, che con una frustata di polso aveva scagliato la palla in alto, imprimendo l’effetto giusto perché sorvolasse dolcemente il vetro e scivolasse dentro il canestro. Magic Johnson e Michael Cooper, in quel momento seduti in panchina, si scambiarono uno sguardo, chiedendosi, “com’è possibile che sia rimasto in aria tutto quel tempo?”». Julius Erving, 72 anni compiuti da poco, era quel talento incredibile capace di dipingere canestri come quello appena descritto, un campione che riuscì a regalare al pianeta NBA quella spinta verso il futuro che ha finito per trasformare il campionato statunitense in un brand mondiale di enorme successo. La storia di Doctor J, capellone dalle mani enormi e dalla capacità - letteralmente - di volare verso il canestro, ha affascinato Michele Martino, che per il suo primo libro ha scelto di raccontarne le gesta, dall’infanzia segnata dalla morte del padre al dualismo tra la NBA e l’ABA, da quella gara di schiacciate che decretò il trionfo di Erving, grazie a un volo indimenticabile dalla linea del tiro libero, fino alle sue stagioni con la maglia di Philadelphia. Un gran bel libro, appassionato e documentatissimo, un tributo «all’uomo che ha dato il via a tutto», parole di un certo Michael Jordan.
IL FAVOLOSO DOCTOR J, Julius Erving e il nuovo basket; Edizioni 66THA2ND, 410 pagine, 19 euro.


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