Bagnaia, intervista esclusiva: “Ora so anche vincere”

«Sono orgoglioso di quello che ho fatto, un Mondiale resta nella storia. Quartararo? E’ migliore di me. Cresciuto grazie alle persone che mi sono vicine e all’Academy»
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Francesco Bagnaia, ha pianto? 
«Io e praticamente tutti quelli della Ducati. È stata la gara più dura della mia vita. Forse la peggiore. Poi ho visto il tabellone con la scritta “campione del mondo”. Non so dire che cosa ho provato. Mi sembra tutto incredibile». 
 
Nulla del fine settimana è stato facile per lei. 
«Sentivo il peso di dover vincere, di dover riportare il titolo in Italia. Rossi mi aveva detto: è normale essere tesi, ma soprattutto devi sentirti orgoglioso di quello che stai facendo, goditela. Ho provato, ma non ha funzionato». 
 
Tutto sommato, sì. 
«È arrivato il titolo. La gara però è stata un incubo. Dopo il contatto con Quartararo e la perdita dell’aletta sulla carena la moto non faceva più quello che volevo. Posso dire che anche in questa occasione ho imparato tanto. Ho imparato per tutta la stagione. Non si smette mai di crescere. Se abbiamo vinto il titolo con zero punti in cinque gare vuol dire che siamo stati davvero bravi». 
 
Che cosa la angosciava, esattamente? 
«Intanto non riuscivo a dimenticare che da bambino avevo visto Valentino perdere qui a Valencia un titolo praticamente vinto. E avevo pianto. Poi ci si è messa la moto, che non funzionava come ci aspettavamo. Qualcosa mi si è mosso dentro. Mi è venuto in mente che talvolta basta un dettaglio per mandare tutto all’aria. Nel warm-up le cose sono cambiate. Siamo riusciti a rimettere a posto le cose e mi sono sentito più tranquillo. Improvvisamente, ho cominciato a pensare che ce l’avrei fatta». 


 
Quartararo si è congratulato con lei? 
«È stato il primo. Credo ancora che sia un pilota più completo di me. Non ha smesso di lottare, nonostante la moto non fosse la più veloce». 
 
Neppure lei si è mai arreso. 
«Sì, per un’ora o due. Dopo la gara del Sachsenring. Poi ho deciso di cambiare passo. L’ho detto, questa stagione mi ha insegnato tanto». 
 
Pensava di essere un pilota da Mondiale? 
«Il 2019 e il 2020 sono stati duri. Cadevo, commettevo errori, non riuscivo a venirne a capo. Così ci siamo riuniti con la Ducati per capire i motivi di quella crisi. Ho cominciato a ingranare, anche se il 2020 è stato difficile per via del Covid e io mi sono anche rotto una tibia. Nel 2021 ho capito di poter vincere il campionato. E quest’anno ce l’ho fatta, nonostante la pessima partenza». 
 
Che cosa è cambiato rispetto al periodo nero? 
«Ho cominciato a imparare da ogni errore. Ho modificato il mio comportamento dopo ogni sbaglio. Ho ascoltato le persone che mi stanno vicino. Ho grande rispetto per gli psicologi, ma preferisco rivolgermi a chi mi conosce bene». 
 
Rossi, per esempio. 
«Non solo. È tutta la sua accademia a fare la differenza. Adesso è diventata altamente professionale. Mi posso allenare come voglio. Servono test a Poartimao? Loro li organizzano. Impossibile non ringraziare l’Academy di Rossi». 
 
Che cosa ha detto alla squadra Ducati? 
«Che l’abbiamo fatta grossa. E ce lo siamo meritato». 
 
Lei ha ricevuto critiche, qualche volta. 
«Non è un problema. Le parole vanno e vengono, ogni anno si parla male di qualcuno. A restare è il titolo di campione del mondo. Tutti ricordano il nome di chi ha vinto. Quello resta nella storia». 
 
E adesso, Bagnaia? 
«Adesso sono diverso. Sono cresciuto ancora. Continuo a imparare. E sono sicuro che non commetterò più gli errori che quasi mi sono costati il titolo in questa stagione. Guardate, so persino vincere». 


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