Tardozzi esclusivo: “Bagnaia ci ha dato la forza per non mollare”

Parla l'unico team manager ad aver vinto il titolo iridato in MotoGP e in Superbike: "Dopo la sua caduta in Germania ho pensato a un altro secondo posto. Lui no"
Tardozzi esclusivo: “Bagnaia ci ha dato la forza per non mollare”© EPA
Gianmaria Rosati
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La passione di Davide Tardozzi per il proprio lavoro si nota già dallo sguardo, e la si percepisce definitivamente una volta intrapresa la conversazione. Il team manager della Ducati ufficiale del resto ha un passato da pilota, a dir poco utile per ricoprire tale ruolo, e il fatto di essere l’unico team manager della storia ad aver conquistato un titolo mondiale sia in MotoGP che in Superbike è un attestato che parla da solo. Il mondiale conquistato da Pecco Bagnaia è una liberazione, dalla quale ripartire ancora più forti.  

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Tardozzi, quali sono i pensieri del giorno dopo il titolo? 
«Sinceramente? È già passato, io penso al 2023 e a provare a vincere nuovamente. Non sono uno che si ferma più di tanto a festeggiare: per me è importante lavorare bene quest’inverno, dato che i rivali non mancheranno. Il 2022 è una bella gioia archiviata».

L’a.d. di Ducati, Claudio Domenicali, due anni fa vedendo lei e Bagnaia insieme disse: «Questo è un bel punto di partenza». Che significato aveva e ha ora? 
«Me lo ricordo quel momento. Significa che Claudio come al solito aveva visto lungo, capendo che vi era già una bella relazione tra me e Pecco, nel quale tanti altri credevano. Sono state parole di buon auspicio, ma del resto chi ricopre certi ruoli lo fa perché ha l’occhio lungo». 

In cosa è migliorato Bagnaia da quel giorno? In cosa può migliorare ancora? 
«Non c’è dubbio che possa migliorare ancora, ma questo non ci preoccupa, anzi, ci regala soddisfazione. Entrambi siamo consci che ha margini di miglioramento e questo ci fa ben sperare: può crescere sia nella guida che nell’attitudine di gara. È già molto bravo, se rifinisce delle piccole cose può esserlo ancora di più. Lui per primo dice che ha vinto il Mondiale ma c’è da migliorare».  

Domenica Bagnaia ha detto: «Quartararo è ancora più completo di me». E’ d’accordo? 
“Questo è un grande bagno di umiltà, che fa parte della sua intelligenza. Lo ha detto anche a noi, dato che studiando Fabio ha capito che gli manca qualcosa: Pecco si sa misurare e valutare, è un ragazzo e pilota molto intelligente». 

Ha mai smesso di credere nel titolo? Magari dopo la famosa gara del Sachsenring. 
«Non ti nascondo che io sono stato uno di quelli che ha pensato, dopo la caduta di Pecco in quell’occasione, “anche quest’anno facciamo secondi”. È stato un disastro sul momento, ma dobbiamo ringraziare il signor Francesco Bagnaia per non aver mai perso la speranza. In tanti hanno provato sconforto dopo la Germania, ma già dal giorno dopo abbiamo pensato che “non è finita finché non è finita”. Il team di Pecco lo ha seguito e supportato nel modo giusto». 

È migliorato Pecco, è migliorata la Ducati, ma probabilmente anche la gestione piloti del team. È d’accordo? 
«La famosa e super criticata gestione dei piloti di Ducati fa parte di una serie di situazioni ingigantite: spesso chi critica tira delle conclusioni basandosi su informazioni sommarie, o su deduzioni. Ducati può aver fatto degli errori in passato, ma non credo sia stato tutto questo disastro. C’è una ragione se Ducati è più esposta alle polemiche: spesso noi diamo più spazio di altri alla stampa. Non mancano mai le telecamere nel nostro box, o le nostre dichiarazioni, il che ci espone di più. Alcuni dei nostri avversari non permettono tutto questo». 

Due anni fa avete fatto la coraggiosa scelta di rinnovare il vostro parco piloti. I risultati vi danno ragione. 
«Esatto. Due anni e mezzo fa abbiamo avuto tutti contro per aver pensato a un futuro diverso, che implicava una visione diversa sia dal punto di vista sportivo che tecnico. Nel cambiare infatti abbiamo valutato anche lo stile di guida dei piloti, che in certi casi aiuta la moto. Ducati quella scelta l’ha fatta in maniera pensata, e oggi si capisce il perché sia stata fatta».

Ora nel box avete un campione del mondo e un candidato al titolo, Bastianini. Come si gestisce una situazione di questo tipo? 
«Ducati non fa differenze, come al solito. Non esiste che qualcosa arrivi per un pilota e non per l’altro, e se uno dei due decide di seguire una strada diversa, noi lo seguiamo».

Con chi si aspetta di lottare per il titolo 2023? 
«Le altre case sono destinate a progredire. KTM crescerà, la Honda non può restare quella che è e puo contare su un pilota come Marquez, Yamaha è sembrata in crescita già nei test di Misano, mentre Aprilia è già veloce. Piloti? Capiremo i reali contendenti solo a metà campionato, ma certamente vi sono almeno tre o quattro piloti super, che si giocheranno il titolo con i nostri due». 

Intanto oggi si scende in pista per la prima giornata di test del nuovo anno. Cosa ha in serbo Ducati? 
«Abbiamo una prima moto 2023, che però al momento non può dirsi completa: diciamo che abbiamo delle evoluzioni che svilupperemo test dopo test. La moto 2023 vera e propria verrà definita la sera dell’ultimo giorno di test. Fino ad allora sarà un laboratorio in crescita». 


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