Rivola esclusivo: "Aprilia, il segreto è non avere superstar"

L’ad della Casa veneta svela i motivi degli ultimi successi che fanno sognare: le sue parole
Gianmaria Rosati
5 min

Un passo alla volta, verso la gloria. La storia dell'Aprilia in MotoGP è quanto di più simile a una favola dove il protagonista insegue il lieto fine passando attraverso delle avversità, ma senza perdere mai la speranza. Di momenti complicati la Casa di Noale ne ha passati, ora gli investimenti e l’impegno di ogni singolo attore coinvolto stanno portando i frutti tanto sperati. Ecco perché la doppietta nella domenica di Barcellona, arrivata dopo il primo e terzo posto nella Sprint del sabato, rappresenta molto più di quanto possa sembrare. Massimo Rivola, arrivato dal mondo Ferrari per rivestire il ruolo di amministratore delegato di Aprilia Racing, lo sa bene, e nei suoi occhi si può leggere quel mix di soddisfazione e gioia che arriva soltanto con certe imprese.

Rivola, come si racconta un fine settimana come quello di Barcellona?
«È stato un weekend pressoché perfetto. Sabato soltanto un super Bagnaia ci ha privato della doppietta, e domenica non so se ci sarebbe riuscito, le Aprilia sarebbero state competitive nel confronto con lui. Sarebbe stato bello vedere anche Oliveira sul podio di domenica, ma probabilmente ha dovuto stressare troppo le gomme all’inizio. Anche la gomma anteriore di Viñales era in pessime condizioni, quindi è fantastico anche soltanto il fatto che abbia finito la corsa: quando Espargarò ha perso terreno da Viñales, ho pensato che stesse facendo riposare la gomma anteriore, per poi attaccare sul finale, e così è stato. Il risultato è da dedicare al Presidente Colaninno. Sabato avevo detto che, conoscendo la sua ambizione, avrebbe voluto il successo anche nel GP: ora so che è felice».

La coppia Espargaro-Viñales sembra sempre più affiatata, anche se entrambi corrono per lo stesso traguardo. Concorda?
«Lavorano entrambi per stare davanti e migliorare. Aleix domenica ha fatto un ingresso aggressivo su Maverick, però non ci sono stati problemi e il suo gesto nei confronti di Viñales dopo la gara ne è stata la prova. Lo scambio delle moto è stato particolare, ma testimonia il loro rapporto. Dobbiamo goderceli come ci godiamo il momento, abbiamo vissuto una giornata storica».

Aveva sognato la prima doppietta?
«Ricordo che ero proprio a Barcellona nel 2019, e dissi a un mio amico: "Sono curioso di vedere dove saremo tra cinque anni". Se ripenso a quella frase mi scappa un po’ da ridere. Tutti i piccoli passi compiuti sono motivazioni che aiutano tanto, specie in questo mondo. Aleix per esempio sa di non aver vinto da solo, e questa è una sua forza; lo stesso vale per Maverick. Entrambi sanno che la prossima volta sarà di nuovo battaglia vera, quindi mi aspetto un’entrata di Viñales su Espargaro, con rispetto ma con la giusta grinta (sorride ndr)».

State crescendo di stagione in stagione, vero?
«Vero. L’anno scorso la prima vittoria, ora la prima doppietta: ogni anno facciamo meglio, a testimonianza del fatto che come azienda stiamo lavorando bene, seguendo la strada giusta. Se ogni anno miglioreremo, arriverà anche la stagione in cui vinceremo il Mondiale».

Qual è il segreto dietro questa crescita esponenziale?
«Il lavoro di tutti, senza una superstar ma con un gruppo unito. Allo stesso tempo serve avere la mente aperta, ascoltando le idee di tutti e accettando culture diverse. Questo a volte può portare a scontri o incomprensioni, e in quel caso sta a me fare da lubrificante tra i meccanismi, affinché girino meglio».

L'impatto con la MotoGP, tra lo stop per Andrea Iannone e poi il periodo pandemico, non è stato facile per lei. Come l’ha vissuto?
«Penso ai tanti investimenti, tra motore e aerodinamica, senza che arrivassero i risultati sperati. Il podio di Silverstone 2021 ci ha regalato fiducia, con la quale siamo arrivati fino qui. Ovviamente non dobbiamo fermarci ora, perché chi si ferma è perduto».

Ha temuto di non centrare gli obiettivi fissati?
«In tanti momenti abbiamo pensato che la salita fosse più impegnativa del previsto, ma non ho mai avuto dubbi sul fatto che ci saremmo riusciti. Non siamo ancora dove vogliamo però, abbiamo soltanto compiuto un altro passo nel nostro percorso, che nella mia testa è già pianificato, ma va realizzato. Un giorno svelerò cosa ho fatto a Noale dopo la prima gara della stagione 2019. Ci faremo due risate...».

In una scala da uno a dieci, a che punto siete del suo progetto?
«Direi sette e mezzo. Per essere veloci ovunque manca un po’ in tutte le aree, non si finisce mai di migliorare in questo sport. La moto perfetta non esiste».

Arriva Misano: siete attesi al varco, oltretutto in casa. Cosa si aspetta?
«Non è una pista particolarmente adatta alla nostra moto, come tutte le piste con tante ripartenze da bassa velocità, ma la motivazione può fare tanto quindi sono ottimista. Mi permetto un pensiero per Bagnaia e Bastianini: purtroppo Enea è stato molto sfortunato quest’anno, e da italiano dico che abbiamo bisogno di Pecco, dato che si sta giocando un Mondiale».


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