Arriva entro fine giugno il ddl sulla sicurezza stradale: cosa prevede?

Il Ministro dei trasporti Salvini annuncia l'intenzione di inserire alcune novità, fra queste l'ergastolo della patente e l'alcolock
Arriva entro fine giugno il ddl sulla sicurezza stradale: cosa prevede?
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Il mese di giugno è decisivo per quanto riguarda il disegno di legge per la sicurezza stradale. Infatti, alla sua fine, inizierà l'esame in Parlamento che andrà a delinearlo. Matteo Salvini, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, mentre partecipava a un question time alla Camera, ha detto che questo ddl in arrivo ha come focus il dare maggiori regole, educazione e sicurezza sulle strade italiane.

Ci saranno alcune novità da tenere presenti, come per esempio l'alcolock, un dispositivo che, in caso di condanna per guida in stato di ebbrezza, dovrà essere obbligatoriamente installato nella propria vettura, non facendo accendere il motore nell'eventualità che il tasso alcolemico sia superiore a zero.

Il ddl in arrivo

Il contrasto alla guida dopo aver bevuto è una delle priorità della nuova legge che, infatti, aggiunge anche l' "ergastolo della patente", in cui si può – qualora fosse necessario – avere il permesso di ritirare la patente a vita. Il Ministro ha definito "un dato indegno di un Paese civile" i 3.120 morti in incidenti del 2022, rammentando anche lo scontro in provincia di Brescia dove, nella notte di martedì, un ragazzo è morto mentre andava in monopattino investito da un altro giovane che invece era in sella a una moto. Nel provvedimento saranno inserite altre norme per la mobilità dolce con casco, l'assicurazione, la targa e la freccia obbligatori. È stato discusso un provvedimento anche per i monopattini e le bicilette spesso abbandonati senza cura, e per coloro che lo faranno sono previste multe pesanti, anche per chi va contromano.

Confindustria Ancma, associazione nazionale Ciclo Motociclo Accessori, si definisce preoccupata. Per il suo presidente, Paolo Magri, "non solo abbiamo sottolineato il valore del comparto ciclo, che in Italia genera un volume d'affari di oltre 3,2 miliardi di euro, ma abbiamo anche evidenziato che il nostro sarebbe l'unico Paese in Europa, dove tra l'altro l'utilizzo della bici è ampiamente più diffuso, ad introdurre questi obblighi". Secondo Magri, l'Italia "ha un grande potenziale di attrattività cicloturistica, ha un mercato che cresce, è uno dei primi produttori di biciclette nell'eurozona, esprime un tessuto imprenditoriale d'eccellenza fatto da oltre 250 piccole e medie imprese, per l'80% insediate fra Veneto, Lombardia e Piemonte" e la riforma "sembra oggi più contro la diffusione della bicicletta, che a favore di una maggiore sicurezza sulle strade: penalizzare la leadership della nostra industria sarebbe un autogol".

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