
L’operazione di fusione, o meglio di unione tra Honda e Nissan, che dovrebbe concretizzarsi nel 2026 è sicuramente tra i temi più dibattuti del settore automobilistico. La loro unione creerebbe il secondo polo motoristico giapponese più potente dopo quello di Toyota. L’obiettivo principale di questa unione è quello di creare un maggiore consolidamento per competere con i produttori di veicoli elettrici guidati da Tesla negli Stati Uniti e BYD in Cina.
PROBLEMATICHE.
Ma perché questo accada la strada è ancora lunga e non irta di alcune problematiche. Prima fra tutte il fatto che Nissan ha un’alleanza con Renault che risale al 1999 alla quale nel 2016 è subentrata anche Mitsubishi Motors. Mitsubishi comunque confluirebbe nella nuova unione tutta giapponese ma Renault detiene ancora delle quote di Nissan, esattamente il 35,7%, che hanno un valore di circa 3,6 miliardi di dollari. Quote che Nissan attualmente non ha il capitale per riacquistare e che Honda non vorrebbe andassero a finire in società terze, magari di un Paese che non è ben visto dal governo giapponese. Uno scoglio che probabilmente proprio il governo del Paese del Sol Lavantà a zero emissioni risente di questa crisi del mercato che è passato dal 15,4% al 15,7% dell’anno precedente. Ben lontana dalle aspettative dell’UE che doveva essere sopra al 20%. Se analizziamo la percentuale dei cinque principali Paesi del Vecchio Continente, che rappresentano il 69,9% delle immatricolazioni in Europa, ci rendiamo conto che solo il Regno Unito si è avvicinato all’obiettivo con il 19% del mercato di BEV. Gli altri principali mercati o sono calati, come la Germania che è passata dal 18,4% al 13,5%, o sono rimasti simili al 2023: Francia al 16,9% dal 16,8% del 2023; Italia al 4,2%; Spagna al 5,6% dal 5,4%. Ora bisogna capire se l’UE vuole proseguire la sua politica di sanzioni o pensare a delle soluzioni. a.b. te potrebbe risolvere. Nissan in questo periodo sta anche lottando con forti problemi finanziari, e anche questo è uno dei motivi per cui un legame con la Honda è molto importante. A novembre la Casa giapponese aveva dichiarato che avrebbe licenziato 9.000 lavoratori nelle diverse sedi di tutto il mondo e tagliato un quinto della sua capacità produttiva dopo che l’utile netto era crollato del 94% nella prima metà dell’anno fiscale. Anche le previsioni sui ricavi di Nissan sono state abbassate del 9% per questo anno fiscale. L’operazione di unione dei due brand risulta quindi sempre più importante, ma bisognerà anche capire quali saranno gli equilibri e come avverrà lo scambio di tecnologie.