Pochi, mirati aggiornamenti fanno alzare ulteriormente l’asticella ad uno dei modelli di maggior successo nella storia recente della Casa di Hiroshima. In particolare, è soprattutto sotto al cofano che arrivano le novità più interessanti per la CX-30 model year 2021, grazie all’evoluzione del motore 2.0 litri Skyactiv-X SPCCI (Spark Controlled Compression Ignition), alla ricerca di una maggiore presenza muscolare rispetto a prima. Come noto, si tratta del primo propulsore a benzina di serie al mondo ad aver utilizzato l’accensione per compressione come un diesel, unendo i vantaggi di entrambi i sistemi. Questa nuova edizione, vanta ora 186 CV e una coppia di 240 Nm (contro i precedenti 180 CV e 224 Nm). L’aumento della coppia, in particolare, è distribuito lungo l’intero arco di erogazione, ma soprattutto ai bassi regimi, per una maggiore sensazione di pienezza e prontezza di risposta. Migliorano anche il consumo di carburante WLTP, che è sceso a 5,7 l per 100 km (dati dichiarati), e le emissioni di CO2, diminuite a 128 g di CO2 nel ciclo combinato (dati WLTP).
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COME SONO STATI OTTENUTI I RISULTATI
A tutti questi improvements in termini di potenza e di efficienza, hanno contribuito l’ottimizzazione del controllo della combustione, i pistoni modificati e l’aggiornamento del software Mazda M Hybrid. Modificando il rapporto di compressione dello Skyactiv-X da 16,3:1 a 15,0:1, si è inoltre fornita una stabilità di accensione ancora maggiore, riducendo ulteriormente il già bassissimo rischio di inattese autoaccensioni o preaccensioni dovute alla variabilità nella qualità del carburante sui diversi mercati.
COME VA LA MAZDA CX-30 2021 COL NUOVO SKYACTIV-X
Impugnato il volante, bastano pochi metri per apprezzare subito la differente verve del rinnovato Skyactiv-X rispetto a prima. Non un cambio di carattere radicale, nessuno stravolgimento - elasticità e trattabilità continuano ad essere sue doti connaturate - ma un generale irrobustimento dell’erogazione lungo l’intera scala del contagiri, che soprattutto ai bassi regimi, e nell’allungo oltre i 5.000 circa indicati (fino alla zona rossa), rivela un’inedita muscolarità. L'esemplare testato aveva a bordo un cambio automatico premiante soprattutto sul versante della fluidità, smorzando un po’ il potenziale del motore. Ma è stato sufficiente passare in manuale e selezionare la modalità di guida Sport, per apprezzare a pieno tutta la rinnovata grinta di questo propulsore. Non vediamo l’ora di assaggiare questa evoluzione anche sulla più leggera e sportiva Mazda3, magari equipaggiata con l’ottimo cambio manuale già sperimentato in passato, su cui sicuramente si apprezzerà ancora di più l’incremento di potenza.
Tornando alla CX-30, migliorano le performance, ma nulla viene perso della proverbiale capacità di controllo. Le maggiori prestazioni non mettono in crisi l’attitudine della giapponese (nient’affatto scontata per un SUV) a rimanere incollata all’asfalto anche guidando allegri su un percorso tortuoso. Da un punto di vista dinamico, infatti, la resa risulta sempre appagante grazie alla pressoché totale assenza di rollio in curva e all’ottimo lavoro svolto dalle sospensioni, che da un lato copiano bene le imperfezioni del manto stradale, dall’altro “sostengono” le intenzioni del guidatore, anche negli ingressi in curva più decisi. Qui, parte del merito va anche al sistema G?Vectoring Control Plus, sofisticato “cervello elettronico”, sempre allerta, capace di migliorare ulteriormente la stabilità di handling rendendo le transizioni tra imbardata, rollio e beccheggio sempre dolci e gestibili.
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