Stefano Accorsi scende in pista con la Peugeot 308 Cup 

Il prossimo weekend sul circuito di Adria parteciperà alla prima gara della sua vita nel Campionato TCR
Stefano Accorsi scende in pista con la Peugeot 308 Cup 
Alessandro Vai
4 min

PAVIA - Stefano Accorsi ci ha preso gusto. Dopo aver iniziato come testimonial della Peugeot e aver vinto un David Di Donatello come protagonista del film Veloce come il vento, il prossimo weekend parteciperà alla prima gara automobilistica della sua vita. Lo farà al volante della nuova 308 Racing Cup omologata TCT sul circuito veneto di Adria, all’interno del campionato italiano TCR. Accorsi si è preparato per quasi due mesi con Massimo Arduini (quattro volte campione italiano turismo) e il suo team, affrontando un training specifico per poter dare il meglio di sé.

308 CUP - Oltre alla tappa di apertura di Adria, Accorsi correrà anche a Misano e a Vallelunga, ma potrebbe presentarsi anche ad altri appuntamenti. Si siederà all’interno della Peugeot 308 Racing Cup che eroga 308 cavalli, ossia 38 cavalli in più della versione stradale. Più larga di 10 cm rispetto alla versione stradale, ha le gomme slick, il cambio sequenziale a 6 marce e un vistoso spoiler posteriore; a questo pacchetto si aggiunge l’impianto frenante Brembo, con dischi anteriori ventilati e baffati da 370 mm, pinze monoblocco a sei pompanti ricavate dal forgiato e campana in Ergal.

«Mi sono messo in gioco perché ho trovato un contesto familiare che mi ha messo a mio agio» ci ha raccontato Stefano Accorsi prima di iniziare la nostra inervista:

Quale è stata la cosa più difficile da imparare?

«La cosa più complicata da capire all’inizio è che è un modo completamente diverso di guidare, noi siamo abituati a modulare la frenata a dare dolcemente il gas, mentre qua si va al limite del mezzo, se ci si arriva. Intanto sicuramente si arriva ai propri di limiti».

Che cosa più difficile da capire rispetto alle auto di serie?

«Intanto devi staccare il più tardi possibile dando un bel colpo di freni, poi devi modulare la frenata in un modo completamente diverso e anche il gas si usa diversamente, appena esci dalla curva vai sempre al massimo. Quindi vuol dire usare la macchina sempre il più vicino possibile alle sue potenzialità in base alle caratteristiche della pista. Bisogna dimenticare quello che si sa rispetto alla guida di tutti i giorni e rieducarsi a un altro modo di guidare».

A che punto pensi di essere nel tuo percorso di apprendimento sulla guida in pista?

«Questo te lo potrò dire lunedì dopo il primo weekend di gara, perché davvero non riesco a rendermi conto. Ho sempre bisogno di capire bene cosa sto facendo prima di cominciare a “divertirmi”.

In che senso “divertirti”?

«Quando inizi a girare in macchina da solo e ti rendi conto che le traiettorie sono quelle giuste, che il tempo cala, che riesci ad avere una bella velocità in uscita di curva, ecco a quel punto ti diverti. Prima c’è bisogno di capire tutta una serie di elementi».

Trovi qualche affinità con il cinema?

«In un certo senso è come quando si prepara un personaggio: prima devi studiare tanto, poi quando vai a recitare devi dimenticarti di tutto quello che hai studiato per lasciare che agisca il più possibile in modo istintivo».

Steve McQueen, Paul Newman e Patrick Dempsey, tutti tuoi colleghi che si sono cimentati con corseimpegnative come la 24 Ore di Le Mans. Ti aggiungerai anche tu alla lista?

«Io sono solo all’inizio, ma è un inizio molto esaltante che mi diverte tanto. Ma riparliamone lunedì dopo che avrò corso. A me piacerebbe tantissimo poterti dire che voglio fare la 24 Ore o l’Endurance, perché è una passione bella che mi diverte molto. Poi ho tutto il team Peugeot che mi coccola come meglio non potrebbe, ma vediamo prima che cosa succede nel weekend di gara».


© RIPRODUZIONE RISERVATA