Vendite, ok Kymco: le ragioni di un successo

Vendite, ok Kymco: le ragioni di un successo
Federico Porrozzi
4 min
I dati delle immatricolazioni a due ruote relativi ai primi 11 mesi del 2014 lanciano un paio di segnali piuttosto evidenti. Il primo è che, con il mese di dicembre ancora tutto da "giocare", è stato già raggiunto e superato il numero delle immatricolazioni totali dei 12 mesi del 2013: 151.714 contro 149.987. Se gran parte del merito dell'incremento è delle moto con quasi 1.700 mezzi in più rispetto all'anno passato (52.968 contro 51.220) è evidente che a farla da padroni del settore sono gli scooter: i mezzi automatici hanno fatto segnare un sostanziale pareggio rispetto al 2013 (98.746 contro 98.767) con numeri comunque doppi rispetto alle moto. Un segnale che, considerando le tante novità di prodotto viste a EICMA e Colonia e il conseguente entusiasmo da parte di appassionati e addetti ai lavori, fa ben sperare in vista del 2015. Il secondo dato che emerge è un incremento notevole di vendite di alcuni modelli. Quasi tutti scooter: Piaggio ha immatricolato circa 500 Beverly 300 in più rispetto a tutto il 2013, mentre Yamaha ha fatto lo stesso con l'X-Max 400 e addirittura meglio (700 in più) con il "fratello minore" da 250 cc. Honda ha registrato un lieve calo di vendite dei suoi tre "best seller" e re incontrastati del mercato, ovvero SH 300, 150 e 125 ma ha venduto circa 1000 esemplari in più di NC750 e altrettanti di Integra.  

Discorso a parte lo merita una Casa asiatica da sempre concentrata sul mercato delle due ruote automatiche: Kymco. L'azienda taiwanese è l'unica, nella Top20 assoluta delle vendite delle due ruote, ad avere quattro modelli in "positivo".  L'Agility 125 è quinto assoluto con 3.557 pezzi immatricolati (500 in più rispetto al 2013), il "fratello maggiore" da 200 cc ha raggiunto 2000 immatricolazioni (anche per lui 500 in più rispetto al 2013) mentre il Downtown 300 è a quota 1.978 (300 in più) e il People One 125 è a 1.920 (500 in più). I perché del successo di Kymco sul mercato italiano si possono sintetizzare in quattro punti: il primo è relativo alla crisi economica, che ha fatto virare le scelte degli utenti scooter su Case che offrono mezzi a costi contenuti rispetto a quelli di Case (almeno per noi europei) storicamente più blasonate. Aziende che, allo stesso tempo, sono state in grado in questi ultimi anni di ampliare e rinforzare sia la rete vendita sia la fondamentale voce "assistenza". Il secondo è comune al mercato delle quattro ruote: l'aumentata fiducia da parte degli appassionati nei confronti di realtà geograficamente "non convenzionali". Nel caso delle due ruote, non l'Asia delle Grandi Sorelle Honda, Yamaha, Suzuki e Kawasaki ma quella in espansione di Taiwan, dove appunto ha sede Kymco. Il terzo è relativo all'affidabilità: se negli anni Novanta c'era qualche dubbio (giustificato) sulla capacità di tenuta e durata di questo tipo di scooter, adesso sembrano essere stati spazzati via grazie ad un'attenzione sempre maggiore alla qualità dei componenti. Ne è un esempio la mossa di Kawasaki, che ha scelto proprio un motore Kymco per spingere il suo primo scooter in gamma, lo J300. Il quarto e ultimo, ma non per importanza, è strettamente legato a noi italiani: a Taiwan si sono convinti a realizzare linee estetiche più vicine ai nostri canoni e per questo i nuovi modelli hanno più appeal. Del resto si sa che in Italia, la patria del "gusto", il design recita un ruolo fondamentale al momento dell'acquisto dal concessionario.

 

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