TT Man 2014: il giro è da… infarto
Si può discutere se sia giusto o no continuare a far correre ogni anno decine di piloti lungo le strade, pericolose e quasi prive di protezioni, dell'Isola di Man. Se sia giusto o no dover dire addio a due o tre piloti (quest'anno è già toccato a Bob Price e Karl Harris) alla chiusura di ogni edizione.
Ciò che non si discute, però, è il fascino incredibile che il Tourist Trophy regala da oltre 100 anni a chi è appassionato di velocità e di questo tipo di competizioni. I piloti che affrontano il TT non sono degli sprovveduti: molti di loro passano gran parte dell'anno a memorizzare ogni singolo metro e ogni curva che caratterizzano i 61 km del circuito cittadino, prendendo come riferimenti case, muretti, pali della luce o vegetazione utili a far capire loro, in una frazione di secondo, quale sia la traiettoria giusta da seguire oppure se sia arrivato il momento di frenare.
Alla "follia" si aggiungono lucidità, preparazione e sangue freddo. Rimanere concentrati per tutti i 6 giri (quasi 2 ore di gara) guidando su strade strette, che a 250 km/h diventano ancora più strette, non è cosa da tutti.
Il video che pubblichiamo rende bene l'idea. Alla guida della Honda c'è Bruce Anstey, pilota neozelandese sei volte vincitore del TT nella sua carriera. Sono solo due dei 17'06"682 minuti che, nell'edizione appena conclusa, gli hanno permesso di segnare il record assoluto sul giro alla media di 212 km/h. Ma racchiudono in pochi frame tutto il senso del TT.
Un consiglio ci sentiamo di darlo: loro sono dei professionisti esperti, che indossano protezioni adeguate e soprattutto che corrono su strade chiuse al traffico, sorvegliate da commissari di percorso e "coperte" da assistenza medica. Nonostante questo, le tragedie sono dietro l'angolo e i 140 morti totali nella storia del TT sono lì a ricordarcelo. Cercare di imitarli è vietato dal codice della strada ed estremamente pericoloso da ogni punto di vista. Usiamo la testa, quando guidiamo.