Yamaha: 60 anni e non sentirli

La Casa giapponese ha festeggiato da poco il compleanno. Ecco i suoi modelli stradali di maggior successo
Yamaha: 60 anni e non sentirli
Federico Porrozzi
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Yamaha, luogo e data di nascita: Iwata (Giappone) 1955. Sono passati sessant’anni dalla fondazione di una delle quattro “cugine” nipponiche delle due ruote, da sempre grande rivale di Honda (soprattutto), Kawasaki e Suzuki sul mercato mondiale. 

INIZI A UN CILINDRO - Anche se i primi prototipi nacquero nel 1954, la sua storia parte ufficialmente un anno dopo, con la fondazione della società e con la realizzazione di un modello monocilindrico da 125 cc, seguito negli anni successivi da un 175 e poi da un 250 bicilindrico chiamato YD 1. La produzione inizia prima per il mercato locale, per poi espandersi negli Stati  Uniti e, negli anni Sessanta, in Europa. 

RD 350, PRIMO SUCCESSO - Oltre al 250, negli primi anni Settanta i motori bicilindrici fanno il loro esordio anche sulle cilindrate 125 e 350. Quest’ultima in particolare, dotata poi di raffreddamento a liquido e capace di una potenza di categoria superiore, è protagonista di un grande successo commerciale con la sigla RD. Alle tre cilindrate “piccole” si aggiungono successivamente una una 650, una 500 e una 750. 

LA NONNA DELLE ENDURO STRADALI - Nel 1976 arriva un modello destinato a diventare il capostipide delle “enduro stradali” oggi di grande successo. Stiamo parlando della XT500: monocilindrica, robusta ma anche facile, maneggevole e accattivante nel design, ruba il cuore degli appassionati del fuoristrada e viene prodotta in circa 125.000 esemplari. A lei, nei primi anni Ottanta, succede la XT600, più potente e dotata di un albero di equilibratura che riduceva le vibrazioni tipiche dei mezzi off-road. Fu un grande successo anche questo. 

BOLIDI DA PISTA - Tornando alla strada, a metà degli anni Ottanta, dall’estro dei disegnatori e degli ingegneri di Iwata nasce la FZ750. 
Motore 4 cilindri con l’innovativa soluzione di una testa a 5 valvole per cilindro (che garantiva oltre 100 cv di potenza) e raffreddamento a liquido per un modello di diventato riferimento del segmento delle sportive stradali.
Alla fine degli anni Ottanta, però, arriva un “missile” stradale: si tratta della FZR, quattro cilindri da 1000 cc con doppio faro tondo e nuovo telaio a doppia trave in alluminio scatolato (il famoso “marchio di fabbrica” Deltabox): con questa moto, Fabrizio Pirovano, Terry Rymer e Massimo Meregalli (oggi team manager di Rossi e Lorenzo in MotoGp) sfidarono la Honda RC30, la Ducati 851 e la Kawasaki ZXR750 nel mondiale Superbike dei primi anni Novanta. 

VIAGGI E FUORISTRADA - Nell’ultimo decennio del 1900 arrivarono anche la TDM 850, moto bicilindrica da “tutti i giorni”, confortevole, facile da guidare e pronta a strizzare l’occhio al turismo e ai grandi viaggi ma anche la leggendaria Supertenerè regina dei grandi raid africani (rinnovata negli ultimi anni) e la riuscita naked FZ6.  

Nel 1998 arriva la R1 e per le supersportive inizia una nuova era

RIVOLUZIONE SPORTIVA - Il modello “simbolo” della produzione Yamaha degli anni Novanta fu però la supersportiva R1: insieme alla sorellina R6 rivoluzionò il concetto di moto corsaiola. Chiamata a sostituire la pur riuscita FZR 1000 e la YZF 1000 R Thunderace (decisamente meno fortunata) la R1 stupì appassionati e addetti ai lavori per la sua estetica aggressiva ed originale e per il motore (di serie) da oltre 150 cv. In quindici anni di onorata carriera, la R1 è riuscita a vincere numerosi titoli nazionali ed europei di gare su pista e anche il mondiale Endurance ma nella Superbike trionfò una sola volta: nel 2009 con Ben Spies. 

SCOOTER “CATTIVO” E MOTO FACILI - Dal 2000 ai giorni nostri sono stati numerosi i nuovi modelli presentati al mondo dalla prolifica Casa dei tre diapason: vale la pena ricordare il primo maxi-scooter sportivo, simbolo incontrastato della sua categoria. Parliamo del TMax, che con 220.000 esemplari venduti (130.000 solo in Italia) è di certo una delle più grandi scommesse vinte da Yamaha in ambito europeo. Negli ultimi anni, protagoniste del mercato sono state le MT, nelle versioni 07, 08 e 09: “fun bike” divertenti e facili da guidare, con le quali Yamaha ha dimostrato ancora una volta di sapersi adattare volta per volta alle esigenze delle nuove generazioni di motociclisti.


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